22/03/2012
Pirro sul podio dopo la vittoria al Gp di Valencia visibilmente commosso.
Pirro nella scia di Marco Simoncelli. Sulla pista come nella vita il ricordo del Sic resta indelebile per il 25enne pilota nativo di San Giovanni Rotondo che per circa dieci anni ha condiviso, nel segno di un’amicizia sincera, tanti momenti felici non solo durante le corse con lo sfortunato e indimenticato campione di Coriano. Resterà per sempre scolpito nella mente e nel cuore di Pirro la sua prima vittoria nel Motomondiale, quella incredibile e splendida cavalcata sul circuito di Valencia, il 6 novembre scorso, due settimane dopo la morte dell’amico Marco che faceva parte dello stesso team diretto da Fausto Gresini. Quasi fosse un segno del destino, sulla pista spagnola Michele Pirro disegnò delle traiettorie perfette con la sua moto dove campeggiavano il mitico numero 58 e una foto del Sic.
Sul traguardo del Gp di Moto2 ci fu un groviglio di sensazioni: la gioia per il successo frammista alla commozione e alle lacrime. “E’ stata una domenica davvero particolare - racconta Michele Pirro -. Dopo il tragico incidente di Sepang non c’era molta voglia di correre a Valencia. Ma, nonostante la tristezza e il dolore, tutto il team decise di scendere in pista. Marco avrebbe voluto così. Sono quelle cose inspiegabili della vita. Ho fatto la pole position, poi in gara sono andato al massimo quasi ci fosse una forza soprannaturale a darmi coraggio, a spingermi verso la vittoria. Ho vissuto delle emozioni intense, incredibili. E’ stato il primo passo per ripartire, per ricominciare a credere in questo sport dopo la morte di Marco”.
Marco Simoncelli (Ansa).
Per una strana coincidenza, nel 2004 fu proprio a Valencia che Michele Pirro, dopo aver conquistato il titolo di Campione Europeo nella 125 in sella all’ Aprilia, sostituì Marco Simoncelli alle prese con la frattura ad un polso, facendo il suo debutto ufficiale nel Mondiale. Un segno del destino che continua. Infatti, al Mondiale che comincerà l'8 aprile prossimo sul circuito di Losail in Qatar, Michele Pirro esordirà nella classe MotoGp con la Honda del team Gresini prendendo idealmente il posto di Simoncelli. Tra l'altro, la carenatura della moto è stata colorata di nero proprio in segno di rispetto e di lutto per la scomparsa di Marco.“Il pilota ufficiale sarà Bautista - precisa il centauro pugliese -. Io gareggerò in sella a una moto ‘Clienti CRT’ che ha un propulsore di serie con 25 cavalli in meno rispetto a quelli utilizzati da Stoner, Valentino Rossi. Però, sono contento e orgoglioso di rappresentare anch'io l’Italia. Tra l’altro correrò per il Gruppo sportivo della Polizia di Stato dove sono approdato sei mesi fa. Per me è l’inizio di un’esperienza importante, una tappa decisiva della mia carriera. Spero di ottenere dei buoni risultati e di fare breccia nel Mondiale che conta”.
Michele Pirro ha davvero dovuto superare ostacoli quasi insormontabili per diventare un pilota. La moto ce l’ha nel sangue. Ma non è stato facile passare dai monti che circondano San Giovanni Rotondo alla pista. “Quand’ero piccolo - racconta - mi divertivo con una motocicletta a fare le consegne ai clienti del negozio di alimentari gestito da mio padre Raffaele e da mia madre Angela. Mi piaceva correre, però dalle mie parti non c’erano strutture per svolgere l’ attività agonistica”. Aveva 14 anni Michele Pirro quando papà Raffaele decise di vendere la sua moto ‘Gran Turismo” per acquistarne una da competizione. Investì tutti i suoi risparmi per assecondare la grande passione del figlio e portarlo per la prima volta sulla pista dell’Autodromo del Levante a Binetto, vicino Bari. Oltre duecento chilometri di strada per coltivare un sogno che poi si è realizzato. “Non finirò mai di ringraziare i miei genitori - dichiara Pirro -. Hanno ipotecato anche la casa pur di farmi correre”.
Dopo tre sole gare di Campionato Italiano, l'allora 14enne Pirro conquistò la sua prima vittoria sul circuito di Monza. Poi, la svolta di trasferirsi due anni dopo a Cesena dove fu ospitato da Vladimiro Zavalloni, presidente del Moto Club ‘Paolo Tordi’, e dalla moglie Patrizia, la sua seconda famiglia. Qui nacque l’amicizia con Marco Simoncelli. “Anche grazie al mondo delle corse, tra di noi s’instaurò una sorta di rapporto fraterno. Coriano era praticamente a due passi. Avevamo tanti amici in comune. Marco era un eccellente pilota e avrebbe scalato le vette più alte. Di lui ricorderò sempre la semplicità, la schiettezza e la carica di simpatia”. Michele Pirro non ha mai dimenticato le sue origini, la sua San Giovanni Rotondo. E’ molto legato a Padre Pio. “Da noi si nasce con la cultura della fede. Mi porto dentro gli insegnamenti e la spiritualità di Padre Pio. Prima di ogni gara ho sempre una preghiera per lui. Mi rassicura, mi dà una grande forza. So che lui mi guida, mi prende quasi per mano”. Cuore, passione, grinta e umiltà. Così Michele Pirro spera di incrociare un giorno la pista ideale per diventare un campione vero.
Nicola Lavacca