03/01/2012
Aurelio De Laurentis, presidente del Napoli, con il collega Adriano Galliani (Milan).
Il Napoli, campione di bilanci. Conti sempre in ordine, giusto per non fare mai il passo più lungo della gamba. Un po’ attardato in classifica, dazio pagato alla splendida cavalcata nel girone di Champions League. La vetta è lontana, ma poco importa. Si va avanti in Europa, dopo anni di latitanza. E quando si tirano le somme del 2011 non lo si può negare: è stato l’anno del Napoli, in campo e fuori.
Magari non solo del Napoli, se c’è chi in campionato è arrivato davanti. Ma soprattutto del Napoli. Perché il Milan sarà tornato a vincere, ma il Napoli è tornato in Europa, per di più a coronamento di un inseguimento partito da lontano, dagli inospitali campi della serie C. Un salto in alto da vertigini, una specie di miracolo. Ma forse il vero miracolo è un altro, al di fuori del rettangolo di gioco.
Perché il Napoli che torna a vincere lo fa in economia: spese sì, talvolta anche pesanti, ma sempre bilanciate dalle entrate. Il successo più grande, in tempi di Fair Play Finanziario. Michel Platini i grattacapi potrà averli da altri, non certo dal Napoli. Magari anche dal Manchester City, che il Napoli è riuscito ad estromettere dalla Champions League. Un altro miracolo, duplice. Far fuori una delle squadre più forti d’Inghilterra, costruiti a suon di petro-sterline, con una squadra meno attrezzata e costruita senza mai svenarsi. Un club modello, insomma. Che ha appena firmato il quinto bilancio consecutivo in utile.
Prima che l’Uefa varasse il suo progetto Fair Play, il Napoli già lo aveva adottato, come caposaldo della sua politica societaria. E il 2011 è stato il suo anno, una stagione chiusa non solo con lo storico approdo alla Champions League (e poi con la qualificazione agli ottavi di finale della massima competizione europea per club) ma anche (o, forse, soprattutto) con un attivo di bilancio pari a 4.197.829 euro. De Laurentiis&C,, autentici maghi dei conti. Il Napoli progredisce, anche in virtù di campagne acquisti spesso dispendiose (basti pensare che l’ultimo mercato estivo s’è chiuso con un rosso di poco meno di 50 milioni di euro), ma i conti restano sempre in ordine.
Tifosi del Napoli.
Un pokerissimo di bilanci caratterizzati dal segno + che non ha
eguali nel calcio italiano d’alto livello. Si parte dalla stagione
2006-2007: 1.416.976 euro di attivo. Si continua poi, annata dopo
annata: + 11.911.041 nella stagione successiva, quindi + 10.934.520,
+343.686, fino a quest’ultimo, che vale oltre 4 milioni di euro. Un
tesoretto sostanzioso, che sarà utile nel prossimo futuro e che potrà
lievitare grazie ai proventi derivanti dalla Champions League.
Il Napoli, una specie di mosca bianca nel panorama calcistico
italiano. E potrebbe perfino andare meglio, se non pagasse pegno agli
atavici problemi del calcio di casa nostra: bilanci basati in modo
eccessivo sui soldi dei diritti televisivi, scarso sfruttamento del
merchandising, quasi totale inesistenza di stadi di proprietà (da
quest’anno fa eccezione la Juventus). Pensate un po’ cosa potrebbero
essere i bilanci del Napoli se il club partenopeo non dovesse fare i
conti con prodotti contraffatti e avesse uno stadio di sua proprietà:
più entrate dal merchandising, infinite possibilità di sfruttare il
proprio stadio. Bilanci già eccellenti diventerebbero da record a
livello mondiale. In attesa di vedere cosa riserverà il futuro, a Napoli
ci si gode il presente: risultati sul campo, bilanci in attivo da 5
anni a questa parte. Un vero club modello.
Ivo Romano