01/03/2013
L'esultanza dei giocatori della Juventus dopo il gol di Chiellini (Reuters).
Imbattuta
a Napoli nonostante tutta Napoli e mezza Italia contro, la Juventus di Antonio
Conte ha probabilissimamente vinto il suo secondo scudetto consecutivo, conservando i 6 punti di vantaggio che
aveva proprio sul Napoli.
Come tutte le partite eccessivamente enfatizzate la
vigilia, la sfida del San Paolo è risultata un onesto normale confronto fra due
squadre neanche troppo belle, con uomini sin troppo tesi per essere anche veri
nel senso di espressione piena del loro valore. Davvero lo scontro è liquidabilissimo senza
troppi problemi, in sede di commento. Arbitraggio buono, occasioni da gol poche,
casualità bene distribuite nel bene e nel male, lealtà discreta tra vecchi
bucanieri, agonismo come da copione. E pubblico tifosissimo ma ininfluente nonostante
le sonorità frequentate parossisticamente per tutto il match.
Tanta normalità, di cui si sentiva il
bisogno anche se poi da essa ci si deve delusi, e la prova ulteriore che questa
Juventus sa vincere sfide e ordalie e confronti. E’ molto semplicemente la
meglio equilibrata squadra italiana, e soprattutto sa di esserlo. Compie
prodigi di recitazione, specialmente con il suo primattore sul set, Antonio
Conte, che a distanza di pochi giorni passa da supernemico degli arbitri a elogiatore di essi. Riesce, la Juventus, a dire che il Napoli sta antipatico ed
a mutare questo piombo in oro, spacciandolo per riconoscimento di valore
effettivo e dunque suscitante invidia ed anche, toh, antipatia. Non sbaglia
quasi mai, e se sbaglia fa
evolvere l’errore, la correzione, in conquista positiva e sofferta di
qualcosa.
Gioca bene un calcio veloce, vigoroso,
portando al limite massimo ma tollerabile l’eventuale scorrettezza utile.
Le
altre squadre sbracano se superimpegnate, vanno in tilt. Anche il Napoli. Meno
il Napoli di altre.
A inizio di marzo scriviamo non solo che
la Juventus ha probabilissimamente vinto il campionato, ma che se lo perdesse
questo sarebbe il segnale di qualcosa di pazzesco, e per ora misterioso, che
potrebbe comportare molto di anticalcistico, di antisportivo, in chi la superasse
o nella stessa Juventus. Se il calcio è sport e se lo sport è sport, la
Juventus dunque diventa di nuovo legittimo campione, alla faccia degli impegni
europei suoi e dell’impegno italiano altrui.
Gian Paolo Ormezzano