27/05/2011
2 maggio 2011, stadio" Renzo Barbera": foto di gruppo con i figli per i calciatori del Palermo, nell'ultima giornata di campionato.
Un città in festa sogna il suo primo trofeo calcistico, come forma di riscatto non solo sportivo, ma anche sociale. I palermitani, infatti, attendono con trepidazione e passione la finalissima di Coppa Italia e sono pronti ad invadere, con ogni mezzo, la capitale: domenica sera, infatti, almeno quarantamila tifosi rosanero sosterranno il Palermo nella storica partita contro l’Inter e lo stadio Olimpico di Roma si trasformerà in una succursale dello stadio “Renzo Barbera”.
La finale di Coppa Italia sarà una sfida titanica: Davide contro Golia. Il sorprendente Palermo (senza alcun trofeo in bacheca, ma in grado di esprimere un calcio spettacolare) sfiderà la titolatissima Inter (vincitrice di coppe e scudetti).
Una gigantesca onda pacifica di bandiere, striscioni, sciarpe e maglie rosanero si riverserà sulle strade di Roma sin dalla vigilia. Aerei, treni e navi dalla Sicilia registrano il “tutto esaurito”, così come saranno introvabili i biglietti dei settori destinati alla tifoseria palermitana (Curva Sud e gran parte delle tribune). Ai supporter interisti resterà la Curva Nord dell’Olimpico (tempio dei loro gemellati laziali) e una parte della Tribuna.
L’ingegno dei palermitani non conosce limiti e non si scoraggia di fronte al “tutto esaurito”. Pur di partecipare alla finalissima, molti tifosi gireranno in lungo e in largo l’Europa. Alcuni si imbarcheranno sul volo per Tirana e, dopo uno scalo in Albania, torneranno in Italia, in direzione Roma; altri prenderanno i voli dalla Sicilia per la Francia e poi torneranno nella capitale. In occasione della finale di Coppa Italia si sconfiggerà - ma solo per un giorno – il fenomeno della “fuga dei cervelli”. Infatti, molti studenti e ricercatori siciliani (residenti in Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna) rientreranno in Italia per la partita.
Da Palermo - pronta a colorarsi in tutti i quartieri - partirà anche una carovana di pullman, automobili e persino motociclette.
Chi resterà in città, invece, potrà assistere alla partita davanti ai maxischermi allestiti in piazza Politeama e in altre zone della città. In ogni caso, l’esodo sarà nettamente superiore rispetto all’ultima finale di Coppa Italia disputata dalla squadra rosanero. Era il maggio del 1979, quando il Palermo fu sconfitto ai rigori dalla Juventus, nello stadio San Paolo di Napoli, scatenando le furibonde proteste dei giocatori, dei dirigenti e dei supporters siciliani.
Un’altra sconfitta amara avvenne nel 1974, durante la finale contro il Bologna, quando la squadra rosanero fu danneggiata da un rigore inesistente assegnato agli avversari. Dopo queste due finali perse ingiustamente, il Palermo navigò per tanti anni tra la serie B e la serie C, prima del grande salto in serie A, avvenuto nel 2004, con l’avvento della presidenza Zamparini. Anche in quell’occasione la giornata storica era il 29 maggio e un’intera città scese in piazza a festeggiare il ritorno nella massima serie, dopo 32 anni di assenza.
A distanza di sette anni, i tifosi palermitani confidano in un altro memorabile 29 maggio: in caso di conquista della coppa, il presidente Maurizio Zamparini donerà una lauta offerta a 20 famiglie disagiate, segnalate da una parrocchia.
L’allenatore Delio Rossi, uno dei protagonisti del “miracolo rosanero”, vorrebbe chiudere in trionfo la sua avventura sulla panchina del Palermo, così come altri importanti giocatori palermitani in partenza (tra i quali il regista Fabio Liverani).
Un’incognita grava sul capitano Fabrizio Miccoli, idolo della tifoseria palermitana. La sua permanenza in Sicilia non è certa, il fantasista salentino è tentato dal concludere la carriera nella “sua” Lecce, ma un’intera città invoca la sua conferma.
“Resta con noi Fabrizio Miccoli”, cantava la curva nord in occasione dell’ultima partita di campionato. “Miccoli uno di noi”, scrivono gli ultras palermitani in ogni sito. Per non parlare delle centinaia di persone che, ogni giorno, inondano la pagina Facebook di Miccoli, con la pressante richiesta di una permanenza in Sicilia.
Molti palermitani non si stanno godendo l’attesa della storica finale nel timore di una partenza dell’amato capitano: è il destino di una tifoseria e di una città, abituate da sempre a convivere con il rosa e con il nero, i due colori sociali della squadra.
Pietro Scaglione