04/08/2012
Jessica Rossi. (Ansa)
La cosa più difficile dev'essere stato fermare il cuore dopo
il 95° piattello per impedirgli di fare le capriole, per poter sparare ancora.
E finire una gara che aveva già matematicamente vinto per rispetto delle
avversarie e del record che ancora si poteva fare. Così Jessica Rossi ha
polverizzato, alla lettera, 99 piattelli fucsia su 100, il record olimpico, il
record del mondo e la leggenda degli italiani brava gente incapace di
freddezza.
Vent'anni, alla prima finale olimpica, la ragazzina di
Crevalcore, paese accidentato dal terremoto, è una veterana: vince il possibile
da quando ne aveva 17, da quando la mamma ha dovuto prendersi il porto d'armi
per accompagnare la piccola ad allenarsi nel tiro al piattello: vai a spiegare
che il fucile è della bambina, che spara meglio di un cecchino e se passasse
uno stormo d'anitre selvatiche potrebbe restarne solo una nuvola di piume.
In realtà si tratta di uccidere "solo" piattelli
di uno strano gesso colorato che viaggiano velocissimi, oltre 100 all'ora. Il "solo"
però è inadeguato per spiegare che cosa significhi non tremare neanche un
attimo alla prima finale olimpica in uno sport, il tiro a volo, in cui un
tremito fa la differenza tra il tutto e il niente. Più di così non si poteva
fare, a parte uccidere anche quel 17°
piattello di finale, l'unico mancato sui 100 disponibili, l'unico forse
che servirà a dare un senso alla fatica dei prossimi allenamenti, a darsi di
nuovo domani, l'anno prossimo, chissà per quanto, una buona ragione per
continuare.
Elisa Chiari