20/01/2013
Christof Innerhofer (Reuters).
Fatta la tara alla certezza che non esiste sport più imprevedibile
dello sci alpino (passa una nuvola e cambia tutto: le condizioni della
visibilità e quelle della neve e l’assetto degli sci di conseguenza, forse
anche l’umore). Fatto salvo il fatto che ogni pronostico, proprio per questo, è
una lotteria dove si vincono soprattutto grame figure (a meno di non
avere un Alberto Tomba o una Deborah Compagnoni nel carniere, ma non è roba di
tutte le stagioni, anzi è da un pezzo che non capita).
Messe avanti tutte e due
le mani, possiamo dire che dallo sci alpino stanno arrivando buone notizie in
chiave mondiale.
Le ultime prove in Coppa del mondo dimostrano che gli
azzurri crescono in forma fisica, nella velocità con tutti e nelle prove
tecniche con Moelgg. E a tre settimane dal 5 febbraio, giorno d’avvio del
Mondiale, questo significa cauto ottimismo: se prevedere è impossibile almeno
si sa che si può provare a giocarsela con i migliori, soprattutto tra gli
uomini Jet, i superveloci della libera e del SuperG, noi che, Ghedina e
antichissimi fasti a parte, siamo stati di preferenza sciatori da pali
stretti.
E’ ottima soprattutto la
notizia che Innerhofer, dopo un paio di battute d’arresto a causa dal mal di
schiena che non se ne vuole andare, è tornato Winnerhofer, primo nella discesa
di Supercombinata, pur con slalom non all’altezza, e primo di nuovo nella
libera “vera”, a Wengen: una delle più
perigliose discese del circuito, roba da matti alla Ghedina e infatti non la si
vinceva da allora dai suoi tempi, 16 anni fa.
Innerhofer, 28 anni – per le discipline veloci un ragazzo –
è la punta di diamante di una squadra di velocisti che alleva dietro di lui un
paio di ricambi di pregio: il cittadino Metteo Marsaglia, poco più che esordiente in Coppa e già vincitore
in SuperG e Dominik Paris, primo sul podio, seppure in
comproprietà, a Bormio quest’anno in discesa in discesa.
Con il primo posto di
Innerhofer a Beaver Creek a inizio stagione, fanno tre successi su cinque
libere, quattro su sei se si conta anche la discesa di Supercombinata.
Pur con i piedi per terra, meglio se con gli sci
incollati alla neve, è lecito sognare, anche perché Christof, il nostro uomo
copertina, è si è guadagnato di diritto il soprannome di Winnerhofer giusto un anno fa proprio ai Mondiali, dove
ha sbancato il forziere con tre medaglie (oro, argento e bronzo per non farsi
mancare niente) e tre aeroplanini pancia sotto nella neve per festeggiare. Non
sarebbe male se ci avesse preso gusto.
Elisa Chiari