04/02/2012
Il procuratore di Cremona Roberto Martino con il procuratore della Figc Stefano Palazzi (foto Ansa).
Riassumiamo l’ultimo scandalo del calcio mentre il calendario impazzisce di rinvii per neve e gelo, e quelli che sanno tutto “dopo” dicono che bisognava prevedere una lunga sosta invernale: però – facciamo notare - se la si prevedeva a cavallo fra il 2011 e il 2012, cioè nelle settimane teoricamente più giuste e fra l’altro festaiole, non si sarebbe giocato in un periodo che è stato di gran sole, e i sapientissimi avrebbero sempre e comunque criticato.
Il calcioscandalo, allora. L’ennesimo nostro. All’inizio sembrava una cosa quasi più bizzarra che inquietante: a Singapore scommettevano, nella scorsa stagione, su partite truccate del calcio italiano “minore”, Lega Pro (sarebbe la serie C) e al massimo qualche incontro di serie B, e il giocatore più nei guai era Doni, uomo-simbolo dell’Atalanta. Adesso sono saltate fuori quattordici partite della serie A 2010-11, nei guai squadre di gran nome e giocatori di prestigio, e persino l’ipotesi che la lista possa essere presto allargata.
Le ultime rivelazioni, come le prime, dalle inchieste delle procure di Cremona e di Bari, che sempre sian lodate. Ogni volta è lo stesso copione, gli attori salgono di caratura. E i registi sono sempre gli “zingari”, esteuropei ma anche asiatici, arresti anche in Finlandia
Già, il copione. Più che l’esito finale di uno scontro si gioca a determinare il risultato numerico, la quantità dei gol. Con possibilità di scommesse e puntate assortite. Gol nel primo tempo, nel secondo tempo, nel totale. Basterebbero, sono bastati quattro giocatori coinvolti per squadra. Con appena 200.000 euro di investimento se ne potevano vincere 2 milioni.
Denaro contante, utile anche per nettare, con sapienti mescolanze, il denaro sporco di mafia, droga, prostituzione. Gli “zingari”, il capo con classica cicatrice da arma bianca, facevano (e forse fanno ancora) visita ai calciatori morbidi, fidati anche negli alberghi del ritiro prepartita. E nessuno li notava… Uno che ha detto di no, Simone Farina giocatore del Gubbio, e ha sporto denuncia è diventato giustamente un eroe.
Persino più difficile stare dietro ai fatti nuovi dello scandalo che alle follie del calendario più che mai spezzatino, adesso diluito per giorni e settimane anziché soltanto di ore sul palinsesto televisivo (e raro è il rinvio al giorno dopo, si cercano date lontane, a neve sciolta).
Ora la palla passa anche alla giustizie sportiva, che sulla base delle inchieste della giustizia ordinaria e delle proprie iniziative particolari deve prendere (presto, prestissimo) i provvedimenti disciplinari. C’è già materiale stravolgere tutto, e dunque si colpirà poco: non è una previsione, è l’esperienza.
Di scandalo nel calcio, scandalo fisiologico perché c’è tanto denaro, e dunque non è soltanto italiano, e dunque è anche di altri sport, abbiamo scritto qui più volte. Ora ci aggiorniamo: non diciamo più di punta dell’iceberg e neanche di iceberg intero, siamo ormai alla deriva di una parte della calotta polare, grande come l’Italia, due Italie…Prooprio quello che sta accadendo nella realtà del mondo meteopazzo.
Premessa tutta questa robaccia, la domanda: ma allora non si deve più credere al calcio? E la nostra risposta: non si dovrebbe, però per il tifoso la propria squadra è sempre pulita, il proprio idolo è a priori un innocente (poi magari diventerà uno sporco traditore), e comunque quel che conta è vincere. In fondo il calciofilo/calciomane chiede soprattutto di non sapere, di non essere disturbato nell’esercizio di un sentimento ritenuto d’amore. Al limite, anche lo scommettitore potrebbe accontentarsi di non sapere: gli basta l’esito finale, non la via per arrivarci.
La roulette per lui è dea nel bene e nel male, basta che lui, il giocatore, non sappia che è truccata.In fondo in certi paesi, se il maltempo cancella troppe partite, per “nutrire” la schedina si decidono per sorteggio i segni, 1-X-2, e i punteggi delle partite non disputate.
Ma andiamo oltre: per gli esteti non tifosi la soluzione può essere quella di godersi il gioco spettacolare, magari anche le tante reti, senza chiedersi troppe cose. In fondo si va al circo per vedere acrobazie più spettacolari che pericolose, e quando arriva l’illusionista si sa che illude, il prestigiatore si sa che fa dei trucchi, basta che li faccia bene.
E lo sport, allora? Lo sport di vetrina, quello del denaro tanto e facile, non ha nulla di sportivo, ormai. Non esiste più, ammesso che sia mai esistito. Lo sport vero è quello di Fantozzi che si mette i pantaloncini e fa di corsa tre giri dell’isolato. Vero e immortale e invulnerabile.
P.S.: e a questo punto, signori Andrea Agnelli e Massimo Moratti, cosa volete che importi sapere di chi è - uffa – lo scudetto 2006?
Gian Paolo Ormezzano