31/12/2012
Usain Bolt (Ansa).
I grandi maghi dello sport vanno sul sicuro prevedendo per il 2013 un scandalo-doping meglio se nel ciclismo, qualche partita truccata o presunta tale nel calcio italiano, episodi di violenza negli stadi, allarmanti ritardi in Brasile nell’organizzazione del Mondiale calcistico 2014 per non dire dell’Olimpiade di Rio de Janeiro 2016, un grave incidente in un Gran Premio di Formula 1, un risultato sconvolgente in un torneo tennistico del Grande Slam, varie ed eventuali. In sintonia con i maghi assoluti i quali pronosticano con sicuro vaticinio un paio di gravi inondazioni, un forte terremoto, la morte di un celebre attore, un grande scandalo finanziario, un atto terroristico di grande rilievo e un paio di nozze vippose.
Il 2013 anno dispari non prevede Giochi olimpici e Mondiali ed Europei di calcio. Ci sono i campionati del mondo di nuoto a cavallo fra luglio e agosto a Barcellona e quelli di atletica in agosto a Mosca: i due sport principali dell’Olimpiade sono chiamati a fare concorrenza ai Giochi cioè a se stessi. Grandi risultati sono possibili, non probabili. Gli atleti sono in mano agli sponsor, i quali per la crisi economica mondiale incentivano di meno le performances, o quanto meno si occupano e si preoccupano di tante altre coseotlreche di sport. Se il grande giamaicano Bolt andrà sotto il suo record mondiale sui 100, 9”58, sarà forse per effetto-volano, per una sorta di automatismo, o per doping da premio speciale, giusto per lui. Fatte le premesse, giochiamo al gioco di prefigurare almeno le grandi linee dei grandi sport.
ATLETICA - Bolt può fare l’impresa,sui 100 come sui 200 come anche e soprattutto, se si decidesse a provarsi, sui faticosissimi 400. Il resto della sua Giamaica può scortarlo più che contrastarlo. Non si vede al momento nessuna movimento di scuola nuova, i cinesi e specialmente le cinesi si sono rilassati anche per timore dell’antidoping, l’America del nord manca dell’eccellenza umana assoluta, extratemporale, alla Carl Lewis, quella del Sud manca ancora di soldi, di proteine. Quanto ai Caraibi, Cuba ha smesso di fare miracoli, come stremata da troppo sport di Stato, di regime. L’Europa fa sempre più sport all’americana e sempre meno atletica. L’Asia per ora è Cina, l’Oceania è periferia americana, resta l’Africa, che però è talentuosa specialmente nella cosa lunga, dove consuma i suoi atleti di maratone per tutto l’anno. L’Italia ha perso Schwazer e chissà se ritrova Howe e la De Martino, e intanto i problemi della scuola tolgono risorse allo sport nella scuola. Al massimo, qualche sfumatura di grigio.
Federica Pellegrini (Ansa).
NUOTO - Qui possiamo proporre dall’Italia un problema assoluto, quello del ritorno di Federica Pellegrini, con i suoi allenatori che vanno e vengono persino più dei suoi amori. Pensiamo che i casi siano due: o lei spacca tutto o si spacca lei. E’orgogliosa, quasi feroce, ma ogni tanto lascia affiorare, in qualche frase di qualche intervista, la voglia di fare bagni in pace. Il resto dell’Europa è abbastanza succube del resto del mondo, Usa e Australia, ma intanto tutti gli uomini studiano la cinesotta che sul misto nuota l’ultima frazione più veloce di ogni maschietto. L’idea è che nel nuoto ci sia molto ancora da scoprire, mentre con i nuovi costumi non c’è più troppo da coprire propiziando velocità fasulla. Intanto, piano piano, conquistate anche le donne, la pallanuoto sottrae talenti.
Juventus (Ansa).
CALCIO - Il suo problema è il denaro, Troppo, davvero, in affluenza su Europa e America da Cina, Russia e Arabia. L’attesa dei grandi club europei perché l’africano Drogba (Costa d’Avorio) lasci il suo club cinese e torni in Europa anche part time è comica. La Copppa d’Africa (fra poco comincia) è un suk per manager europei ma non solo, anche perché il minimo di prosperità raggiunto dal Brasile fa sì che laggiù riescano persino a tenersi, cioè a trattenere, qualche talento, a comprarsi i migliori argentini e latinoamericani in genere, insomma a non essere più riserva di facile caccia. Intanto il gioco delle mode e degli allenatori archimedi pitagorici propone e impone il calcio alla spagnola, pochissimo atletico, tutto tocchettato, una barba se non c’è alla fine la giocata di Messi. Noi italiani comunque stiamo proponendo un calcio spagnoleggiante ma non troppo, veloce, giovane: con la Nazionale di Prandelli, non in campionato dove si prospetta una lunga solida dominazione della Juventus assai pratica, quasi cinica. La nostra comica prossima ventura comunque non sembra essere quella di qualche nuovo scandalo, ma dell’affanno per il ritorno in Italia di Balotelli, che ha esaurito in Inghilterra il repertorio di bambinerie.
Tour de France (Ansa)
CICLISMO - Mai stato sport così universale, così ricco di talenti,di proposte agonistiche ed ecologiche, di novità umane e organizzative in quasi tutto il mondo (manca soltanto l’Africa), così modernamente anglofono di pedalatori e dirigenti, mai stato così piccolo in Italia e in Francia, che sino a poco tempo fa erano le nazioni-guida. Si sono allargate eccome le frontiere e noi e i cugini d’Oltralpe semplicemente abbiamo dovuto accorgerci che siamo piccoli, o comunque non grandi come definitivamente pensavamo. Il cancro del doping poi sembra essere una cosa europea, anche se Armstrong è statunitense (ma ha recitato soltanto al Tour de France). Adesso l’antidoping, finito il grande safari orientato sulla preda texana, può forse dedicarsi in Europa alla Spagna che è un free shop e fuori Europa agli emergenti. Noi italiani abbiamo la sensazione di avere dato, da questo punto di vista. L’uomo nostro del 2013 dovrebbe essere Moreno Moser, 22 anni, nipote di Francesco, diversissimo da Francesco tanto che lo si accosta come tipologia a Beppe Saronni che di zio Moser fu l’antagonista massimo, almeno in Italia.
Alonso su Ferrari (Ansa).
MOTORI - Nelle moto Valentino Rossi ritorna alla Yamaha, il problema momdiale è sapere se ritorna a essere il vero Valentino Rossi. Personalmente siamo un poco pessimisti. I trentatre anni pesano, e pesa la vicinanza in squadra di Jorge Lorenzo, iridato e venticinquenne, il migliore della grande scuola spagnola. Forte la nostra speranza di sbagliare, si capisce. In ogni caso Rossi darà spettacolo o terrà comunque la scena anche come attore giù dalla moto: c’è riuscito con la Ducati che lo faceva penare, figuriamoci adesso con una motocicletta che per certi versi è ancora segnata da lui. Ma intanto dovremo tifare per l’avvento di un successore italiano, un altro Simoncelli. L'auto per noi e per tanti in tutto il mondo è la Ferrari. Che molto semplicemente deve vincere il prossimo campionato del mondo, con lo spagnolo Alonso bene servito dal brasiliano Massa. Se vince di nuovo la Red Bull austriaca, magari di nuovo con il tedesco Vettel, una scuderia di genio contro il gigantismo economico, si deve decidere che sta nascendo un’altra Ferrari, e la cosa fa piacere da una parte, dispiacere dall’altra.
Gian Paolo Ormezzano