14/06/2011
Fernando Alonso, pilota Ferrari, con Valentino Rossi.
Siamo davanti, noi dello sport, a un’estate fredda, e non parliamo di meteorologia. Un’estate vuota, algida, senza promesse e premesse di calori, di febbri, e pazienza se sono le febbri del tifo, quelle che fanno male al cervello e al cuore e possono far male anche alle ossa senza peraltro far crescere di statura (come accade con i bambini: i tifosi spesso lo sono, ma non di anagrafe).
Perché rispetto al rituale, alla norma, alla regola, all’abitudine - sovente è questione di sfumature fra una situazione e l’altra -, questa che arriva è la nostra fredda estate senza la Ferrari, senza Valentino Rossi, senza la fiducia nel calcio. Le prime due situazioni sono chiare, tristemente univoche: le classifiche mondiali della Formula 1 e del motociclismo GP parlano chiaro e duro e brutto nei riguardi della scuderia e del centauro. Per costui, trentaduenne, qualcuno dice già di occaso, non tanto anagrafico quanto fisico nel senso di traumatico (la spalla che non guarisce mai del tutto, ed è già un successo quando non ci vogliono i soliti forti calmanti del dolore). Per la Ferrari si rimanda ormai ogni speranza grossa, peraltro in linea con la grande tradizione e il sempre forte impegno, alla prossima stagione.
Beppe Signori, coinvolto nello scandalo del calcio-scommesse.
I sospetti sulla serie A
Quanto al calcio, il sospetto che la serie A sia anch’essa inquinata è
forte, pur se viene più facile pensare (sollievo molto ma molto
relativo) che sia meno pericoloso puntare, magari in Asia, su un
manipolato incontro italiano di Lega Pro, con pochi occhi addosso, che
su un comunque seguitissimo incontro italiano di serie A: in fondo conta
la quantità della posta, non la qualità del - diciamo – pronostico.
Diciamo magari che c’è uno scandalo nuovo, figlio della globalizzazione e
della supercomunicazione, che lega lo scommettitore in quel di Hong
Kong al complice ed al match di Roccacannuccia, e c’è il vecchio
scandalo di chi, magari già ricco, non resiste alla tentazione di
arricchirsi ulteriormente e illegalmente.
La cosa chiara che emerge
comunque dall’oscurità più sporca o dalla sporcizia più buia è che in
tanti sapevano e nessuno parlava. A tutti i livelli, dalle stanze della
federazione a quelle dello spogliatoio. A fine agosto si riaccende
comunque il calorifero del campionato, e le caldaie rifornite dal
calciomercato sono già piene e quasi bollenti. In ogni caso ci saranno
flessioni di interesse e di biglietti d’ingresso e di abbonamenti e
magari anche di denaro investito sul calcio o al calcio teleofferto, e
ci saranno polemiche . Poi il nocciolo duro e purtroppo grosso della
tifoseria cieca riprenderà il suo posto, il suo ruolo psicologico (di
sfogatoio della violenza cosmica con altra violenza però spicciola), il
suo dominio diciamo classico. L’estate si annuncia fredda ma il sole
dell’entusiasmo (o dell’ingenuità, o dell’idiozia) la vincerà.
Contador, vincitore del Giro e favorito al Tour.
Difficile invece riaccendere il caminetto-Rossi. I suoi eredi nostrani,
Simoncelli e Dovizioso, sono bravi ma non hanno le stimmate del
fuoriclasse e intanto del simpaticone. Dovrebbe invece persistere la
voglia di Valentino di tornare e alla grande: per ragioni contrattuali
con la Ducati, moto italiana a un italiano, e per il suo carattere
persino più forte che balzano, e per la sua voglia di successo che
prescinde dalla ricchezza già acquisita.
Quanto alla Ferrari, è già
tutto rinviato al 2012, con ipotesi di qualche fiammata in qualche gran
premio di quest’anno. Alonso confermato sino al 2016 è la prova, per
fortuna, di un programma, non la testardaggine di un tentativo,
l’insistenza su una scelta.
Senza Olimpiadi, senza grande calcio a
livello di campionato europeo o addirittura mondiale, e consumate a
primavera le voglie e soprattutto le speranze tennistiche, le attenzioni
al basket ed al volley, l’estate del 2011 potrebbe chiamarci ad un
esercizio di civiltà sportiva, ad un’attenzione verso altri sport, visto
che nuoto e atletica mandano avanti le loro grandi celebrazioni. Ma ne
siamo ancora capaci? Il test è persino più preoccupante che suggestivo.
Una volta si poteva puntare al Tour de France per la soluzione di
un’estate nostra tifoidea e però magra. Finito il bel gioco con Pantani
nel 1998, ci sono speranze di riprenderlo con Basso e Cunego in questo
2011? Purtroppo dobbiamo subito dire che, se anche uno dei due facesse
il miracolo, ci sarebbe il rischio per noi, noi italioti dello sport, di
trovarci privi degli strumenti per valutare, capire, godere. Alla fine
del Tour ci sarà già il calcio amichevole o “preliminare”di luglio a
bussare alle porte del nostro interesse malato. E temiamo che un
successo di Basso o Cunego sulle Alpi, anche su quelle italiane dove il
Tour passerà (c’è persino una tappa con arrivo a Pinerolo), possa essere
posposto, nei titoli dei quotidiani sportivi, a un clamoroso scambio
fra due club di due pedatori ostrogoti.
Al Tour fra l’altro va Contador
vincitore del Giro: non sa ancora se ha vinto l’edizione del 2010, si
appresta a dominare quella del 2011. Coraggioso, sfrontato, imprudente,
sicuro di sé, onesto, spudorato? Avrà addosso tutto il più efficiente
mondo del’antidoping. Sarà in molti modi nella scia di Armstrong. Da
seguire, comunque. Un’impresa sua è già stata quella di annunciarsi al
via.
Gian Paolo Ormezzano