Boston, l'amarezza dei fan di Romney

Per le strade della città del candidato battuto da Obama. Dopo la sconfitta i repubblicani sono un partito smarrito in cerca di una terza via reaganiana

07/11/2012
Mitt e Ann Romney.
Mitt e Ann Romney.

Intorno al Convention Center, taxi e limousine si allontano silenziosamente dopo il discorso di concessione di Mitt Romney. La festa per il candidato repubblicano non c'è stata. «Ho sperato che sarei stato in grado di dare vita alle vostre speranze. Ma la nazione ha scelto un altro leader», ha dichiarato l'ex governatore del Massachusetts, dalla sua Boston. «Io ed Ann, insieme a voi pregheremo assiduamente per lui e per questa grande nazione». A otto chilometri di distanza, nel foyer dell'hotel Fairmont impazza la festa della neo-senatrice democratica Elisabeth Warren. Ha appena finito il suo discorso, dopo che l'opponente del tea party Scott Brown ha reso nota la sconfitta, quando la CNN annuncia la vittoria di Barack Obama. L'Ohio è suo, la strada per il secondo mandato alla Casa Bianca è spianata. Si stappano bottiglie, i presenti si abbracciano calorosamente, tra risa e lacrime.  

Rose Leopold, 18 anni ha votato per la prima volta. È un idealista: «E' incredibile, sono cosi felice. Obama farà veramente migliorare questo paese. Ho un sacco di aspettative, per i miei studi, per l'economia, per la pace degli uomini». Rufus Vynl, treccine rasta e cappellino di lana chiacchiera animatamente con i suoi amici. «Abbiamo lavorato così tanto per questa elezione. Per Obama e per la senatrice Warren, ma ne è valsa la pena. Altri 4 anni faranno una grande differenza». La festa dilaga velocemente in tutto il Paese. Times Square, assediata dalle telecamere di NBC, ABC e CNN, si svuota dei supporter repubblicani per lasciare spazio ai balli dei dems. Cori, canti, spunta persino una vuvuzela, mentre gli astanti di dimenano per salutare le telecamere dei grandi network TV.

«Obama riformerà l'educazione, aiuterà gli studenti investirà in ricerca», racconta su Facebook Yamin, iscritto ad un college locale.  Anche fuori dalla Casa Bianca centinaia di persone di sono riunite per celebrare il secondo mandato presidenziale. “Four more year” ancora quattro anni, il mantra ripetuto fino alle ore piccole, alternato all'inno americano e allo slogan bipartisan USA. Lobbisti e staff politici si danno appuntamento nei bar ancora aperti per commentare fino a notte fonda i risultati. «Romney ha perso l'Ohio, il supporto a Chrysler e GM ha aiutato il presidente», certo «Romney è stato poco centrista, l'agenda reazionaria non l'ha premiato». E poi «dove va ora il partito repubblicano? Sempre più polarizzato o in cerca di una nuova via reganiana?».

I discorsi si ripetono si accavallano, ogni tavolo con bibite, hamburger e birre è un piccolo think tank elettorale. «Come i commenti post partita», scherza John MacAllister, un avvocato di Boston seduto al bancone del bar del Fremont Hotel. John Agnew, professore di geografia politica dell'UCLA ha preferito seguire fino a notte fonda i risultati e i commenti sul suo divano davanti a CNN e social netork. «Un risultato superiore alle aspettative. Romney perde il voto religioso in Stati come Iowa, mentre Obama riesce a trattenere i voti delle tute blu dell'Ohio, grazie anche al suo piano di bail-out del settore automobilistico. Paga lo scotto dell'estremismo. Qua poi abbiamo seguito altri voti importanti, come il referendum per innalzare temporaneamente le tasse per arginare il debito della University of California». Non si festeggia in North Dakota. «Obama taglierà tanti posti di lavoro nel settore petrolifero e carbonifero. La gente è spaventata» spiega Dan, store manager a Williston, una boom town del petrolio. Nelle campagne e negli Stati del Sud la notizia di un secondo mandato non va giù. «Bisogna fare qualcosa per fermarlo, oppure porterà il nostro paese in rovina», dice Marvin, di New Orleans. «Ma per il momento andrò a dormire». Per l'America domani è un nuovo giorno, sotto lo stesso presidente.   

Emanuele Bompan
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