Primarie Usa, Gingrich contro tutti

Nell'ultimo dibattito in Tv prima del voto di questa sera (ora americana) in South Carolina, Newt Gingrich ha attaccato la stessa Cnn e gli altri candidati. Ed è in forte recupero.

21/01/2012
Newt Gingrich, vincitore dell'ultimo duello in Tv per la nomination repubblicana alla sfida di novembre contro Obama (foto Ansa).
Newt Gingrich, vincitore dell'ultimo duello in Tv per la nomination repubblicana alla sfida di novembre contro Obama (foto Ansa).

Uno dei candidati repubblicani alla nomination, Newt Gingrich, attacca tutti nell'ultimo dibattito in Tv prima della "Primarie" repubblicane in South Carolina di stasera. E giocando praticamente in casa, il pubblico, almeno quello presente al dibattito pre-elettorale di Charleston, South Carolina gli dà ragione. Comincia con i media che, eccezion fatta per il canale Fox, buona parte del popolo repubblicano considera da sempre sbilanciati irrimediabilmente a sinistra. In questo caso pero’ il moderatore John King, analista politico della CNN se l’e’ anche un po’ cercata iniziando la contesa tra i quattro repubblicani rimasti con una domanda proprio a Gingrich su un intervista rilasciata poche ore prima dalla sua seconda moglie Marianne in cui raccontava di quando lui le chiese un matrimonio “aperto” ammettendo la sua tresca con Callista, quella che poi sarebbe stata la sua terza - e attuale – consorte.

“Non posso credere che tu e il tuo staff abbiate deciso di iniziare un dibattito con questa robaccia. Voi della stampa con il vostro atteggiamento distruttivo nei confronti dei repubblicani non vi smentite mai”, ha ringhiato Gingrich , e tra i denti ha aggiunto: "E comunque la storia e’ falsa”. Poco importa che, ammesso che sia vero, tutto cio’ succedeva proprio mentre Gingrich, detto anche Mr. Speaker (in America chi e’ stato Presidente della Camera continuano a chiamarlo cosi’), guidava in Parlamento la ‘crociata’ contro le scappatelle di Bill Clinton. La sala, anzi il palasport, dove si teneva il dibattito e’ esploso in un boato. Con un apertutra cosi’ il confronto non poteva che produrre scintille, veleni e tifo quasi calcistico.

Dopo tutto il dibattito ha concluso quella che Brian Williams, anchorman della NBC aveva definito – a ragione - una delle giornate piu’ concitate ( il termine usato e’ “wild”, “selvagge”) della storia politica recente. Prima Rick Perry che si ritira, consigliando ai pochi che l’avrebbero votato di scegliere Gingrich, poi la notizia dall’Iowa della vittoria postuma di Santorum su Romney (con buona pace dei giornalisti che la notte del 3 gennaio sono stati in piedi fino all’alba per dare un risultato sbagliato). Infine, l’intervista di Marianne (ex Gingrich) a dare l’ultima scossa a un clima gia’ elettrico di suo.

Gingrich ha attaccato tutti – tutti meno che Ron Paul che con il suo ritiro totale di tutte le truppe americane nel mondo sembra convincere solo i fedelissimi e gli scontenti, specie in South Carolina dove tra basi, manifatture e famiglie militari con le forze armate mangiano davvero in tanti. Per l’ennesima volta Gingrich ha chiesto a Romney di mostrare la dichiarazione dei redditi, dopo che nel pomeriggio aveva reso pubblica la sua del 2010 – circa 3 milioni guadagnati e uno pagato di tasse. Richiesta a cui Romney, miliardario con un passato nel grande capitale d’investimento, ha risposto, senza convincere nessuno, ventilando possibili rischi di esporsi agli attacchi democratici. Poi, in coro con Santorum lo ha attaccato sulla sanita’, accusando l’ex governatore del Massachusetts di aver fornito a Obama il modello di riforma che adesso dice di voler eliminare del tutto. E come al solito Gingrich ha incalzato Romney sull’aborto, tema su cui quest'ultimo, si sa, e’ stato in passato meno intransigente di tanti suoi colleghi di partito.

Le scintille non sono mancate nemmeno tra i due cattolici, Gingrich e Santorum: quest’ultimo ha ricordato l’incoerenza e l’incostanza politica del rivale con cui in Parlamento aveva spesso collaborato, la sua tendenza alle idee grandiose senza la capacita’ di portarle a termine, il suo coprire piccole truffe all’amministrazione. Tutto abbastanza inutile, pero’. Mr Speaker, cioè Gingrich, crescuito politicamente nella vicina Georgia, qui, nel Sud conservatore, sembra immune agli attacchi - politici o personali che siano - e perfettamente consapevole di quale sia la proverbiale “miglior difesa”. E i nuovi sondaggi gli danno ragione dandolo vincente, seppur di misura, nel voto in serata del 21 gennaio, cioè tra qualche ora negli Stati Uniti.

Stefano Salimbeni
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