Obama e la pazienza dell'America

Il discorso del presidente alla conventioon dei democratici. Ha chiesto tempo, sapendo che il suo vero nemico è la disoccupazione. Per ora vince la sfida con Romney su twitter.

07/09/2012
L'"inchino" di Clinton a Obama.
L'"inchino" di Clinton a Obama.

"Non posso raccontarvi che la strada che abbiamo davanti sarà facile, mi avete eletto per dire la verità e la verità è che ci vorrà più di qualche anno per risolvere problemi che vengono da lontano, non sarà facile ma possiamo farcela". Dal palco di Charlotte, in North Carolina, Barack Obama ha parlato con realismo delle difficoltà del suo mandato, riconoscendo che "la speranza" di cui aveva parlato nel suo primo discorso a una convention, nel 2004, "è stata messa a dura prova dalla crisi". Più che il voto, più che la fiducia, Obama sembra chiedere pazienza. Sa quante aspettative c'erano quattro anni fa e per questo fa capire di essere soltanto a metà del guado. "Non penso di avere tutte le risposte" ha aggiunto, ammettendo il peso della responsabilità citando Lincoln, "schiacciato dalla convinzione di non aver nessuno a cui rivolgermi, la mia saggezza mi sembrava insufficiente".

Il voto di novembre non è soltanto la scelta tra due candidati o due partiti, ha detto Obama, ma "una scelta fra due strade differenti, due visioni profondamente diverse del futuro": i repubblicani, "che hanno la stessa ricetta da trent'anni" e "che vedono nei tagli alle tasse la soluzione di tutti i problemi", e la sua idea di destinare gli sgravi fiscali ai meno abbienti e di puntare a un futuro "in cui esportiamo i nostri prodotti e non il nostro lavoro". Tra i suoi risultati rivendica il salvataggio dell'industria automobilistica e la crescita nel settore manifatturiero, dove punta a crear un altro milione di posti di lavoro. Gli altri obiettivi sono l'autosufficienza energetica e il taglio delle tasse universitarie. "L'istruzione è stata per me e per Michelle il modo per farci strada nella vita, come lo è per tutti voi" ha detto Obama, forse dimenticando quanti giovani dopo essersi indebitati per laurearsi tornano a casa dai genitori perché non trovano lavoro, come gli è stato "rinfacciato" durante la conversazione aperta a tutti sul social network Reddit mentre andava in scena la convention repubblicana. Agli avversari ha dedicato poche parole, chiamando Mitt Romney "il mio avversario" e il GOP "gli amici di Tampa", e quando lo ha fatto è stato sempre con una battuta o una stilettata, come per la politica estera. "Credono che il nostro nemico numero uno sia la Russia, non Al Qaeda." E ancora: "cosa ne sa di diplomazia uno che alla sua prima uscita insulta il paese ospitante delle Olimpiadi?"

Almeno su Twitter, la sfida delle convention si chiude in suo favore: il suo discorso ha generato 52mila tweet al minuto, quello di Michelle 28mila, Bill Clinton 22mila, Romney solo 14.200. Ma anche Obama sa che i numeri che contano sono quelli che verranno resi noti oggi alle 8.30 (le 14,30 italiane). Dopo tre giorni di discorsi, il più grande ostacolo alla rielezione rimane lo stesso: i dati sull'occupazione.

Claudia Andreozzi
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