07/11/2012
Obama con la first lady Michelle e le figlie alla convention di Chicago (Reuters).
Four more years! Four more years!
Nel centro di Chicago, la folla radunata davanti al
maxischermo della CNN alla Thompson Plaza comincia a scandire "altri
quattro anni" appena arrivano i risultati della California, che con i suoi
55 collegi fa sembrare tutto più facile.
New Hampshire, Nevada, Wisconsin. Gli stati i bilico si
colorano di blu, una coppia si tiene per mano ogni volta che sullo schermo
compare la Florida. Dei bambini con palloncini di Obama chje fischiano ogni
volta che compare il faccione di Romney.
La Fox, tv di riferimento della destra americana, è la
prima ad assegnare l'Ohio ad Obama prima degli altri network. E' fatta.
Qualcuno lo legge da Twitter e parte un coro di Usa-usa-usa, poi la notizia
compare anche sul maxischermo, e la piazza esplode in un urlo liberatorio.
Due mamme si abbracciano. Sono arrivate qui alle tre del
pomeriggio, con sedie da campeggio, coperte per i sei figli e thermos di tè
caldo.
"Quattro anni fa eravamo tutti a Grant Park, ed è
semplicemente epico. Quest'anno però è ancora più importante, Romney è molto
più conservatore di McCain. Potevamo stare a casa al caldo, ma così i miei
figli non se la sarebbero ricordata. E poi, vuoi mettere?"
Non è la serata epocale di quattro anni fa, con 250mila
persone ad aspettare di vedere il presidente e lo sfondo di Grant Park in
mondovisione a sottolineare la portata storica di quell'elezione.
Quest'anno no, il candidato è un presidente in carica e
i servizi segreti hanno scelto di tenerlo al sicuro del McComrick Center, il
centro conferenze che ha ospitato anche un vertice NATO.
L'accesso è stato ristretto solo ai militanti di vecchia
data e ai volontari che in questi ultimi giorni hanno fatto il lavoro
"sporco": chi si è sobbarcato viaggio in Wisconsin per bussare porta
a porta e assicurare che quanta più gente possibile andasse ai seggi è stato
premiato con un biglietto.
Ed è giusto così: senza la macchina da guerra di
migliaia di persone comuni che hanno battuto le strade degli stati in bilico,
questa vittoria sarebbe stata molto più sofferta.
Sino alle dieci di sera, negli uffici di Chicago c'erano
persone che telefonavano nella costa ovest per spronare qualche democratico
recalcitrante -magari negli stati cruciali di Colorado e Nevada- ad andare al
seggio. A metà mattina il quartier generale era saturo: c'erano più volontari
che telefoni, e a decine sono stati dirottati verso le altre sedi.
L'ultimo sforzo, perché lo spettro del 2000 è sempre
presente - e poi tutti a seguire la diretta in decine di pub e bar, persino da
un barbiere di Hyde Park: è un'istituzione e anche Obama, prima di diventare
senatore, qualche volta andava a tagliarsi i capelli lì.
In piazza, c'è un boato quando anche il Michigan, stato
dove Romney è nato e dove suo padre era governatore si colora di blu: i
metalmeccanici della General Motors e della Ford non gli hanno perdonato quello
spot sulla delocalizzazione in Cina.
Anche Suzie viene dalla terra delle fabbriche. Ha un
cartello che dice Ohio for Obama, e tutti la fotografano e la ringraziano.
"Stamattina mi sono svegliata e qualcosa mi diceva che Obama avrebbe
vinto, che l'ohio non l'avrebbe tradito. Così appena ho finito di lavorare mi
sono messa in macchina e sono venuta qui. Spero che il presidente parli presto,
perchè devo farmi altre cinque ore di macchina per essere al lavoro
domani".
Abraham ha le lacrime agli occhi. Ha 31 anni ed è la
prima volta che vot: viene dall'Eritrea e nel 2008 non aveva ancora la cittadinanza.
"La vittoria di Obama vuol dire che anche io potrò avere un'assicuraziome
sanitaria, stasera sono proprio fiero di essere americano. Americano di
Chicago".
Claudia Andreozzi