15/10/2012
Spesso chi opera come volontario corre un rischio. Non tanto o non solo quello di trovarsi a contatto con persone e situazioni che lo metteranno di fronte a domande che, per loro stessa natura, difficilmente hanno risposta. Piuttosto il rischio di sentirsi inadeguati nonostante tutto l'impegno e la partecipazione, di perceperire l'aiuto che si sperava di poter fornire, prima della partenza, infinitamente inferiore alla lezione di vita ricevuta da persone che, paradossalmente, si pensava di poter aiutare. Sentire nell'intimo, insomma, di star ricevendo più di quanto si sia in grado di dare. Simili sentimenti traspaiono dalle parole di Tommaso Vertemati, volontario di AVSI appena tornato da tre mesi in Kenya, dove ha potuto incontrare di persona i bambini che partecipano al programma Sostegno a distanza dell'associazione.
"Quando pensavo all’Africa mi venivano in mente tante immagini, tanti
pensieri, la maggior parte dei quali tristi, perché mi dicevo poveretti",
racconta Tommaso. "Dopo averci vissuto e averla vissuta invece ho
capito che mi è stato donato tanto, perché ho imparato e sono cresciuto
molto solo grazie alle persone che ho potuto incontrare. Questi incontri
mi hanno richiamato all’essenziale, perché è impossibile rimanere
indifferenti di fronte a dei bambini, a dei genitori che pur non avendo
niente sono sempre pronti ad accoglierti con il sorriso; un sorriso
semplice, spontaneo, vero, che spesso ha poco a che fare con i nostri.
Spesso mi chiedevo perché sorridessero tutti, da dove venisse questa
gioia e perché pur non avendo nulla fossero felici. Ed è proprio in
questa semplicità che ho scoperto una voglia di vivere incredibile e
autentica".
"Mai mi sarei immaginato che persone che vivono nello slum, a
Kibera o a Kossovo, o dei bambini disabili, come a Nerkwo, mi potessero
insegnare il valore della vita pur nella difficoltà", considera Tommaso. "Inoltre ho imparato
tanto dalle persone che per queste famiglie danno la vita, le persone
di AVSI, del Sostegno a distanza, che ogni giorno si impegnano per
garantire una vita dignitosa e una speranza per il futuro di questi
bambini. Tutte le persone di AVSI, infatti, lavorano al servizio di ogni
singolo bambino che viene sostenuto, mettendo il cuore e tutti sé
stessi. Mi viene spontaneo solo ringraziare per questa esperienza e
spero che in molti possano godere dei frutti, inaspettati, che da essa
possono nascere, così come spero che sia possibile continuare a
sostenere queste famiglie e questi bambini che hanno ancora voglia di
sorridere".
Francesco Rosati