25/10/2012
Accordi commerciali tutt'altro che trasparenti stanno letteralmente rubando la terra sotto i piedi dell'Africa. E non solo. Un fenomeno chiamato land grabbing che, si calcola, nel decennio dal 2000 al 2010 ha negoziato oltre 70 milioni di ettari di terreni, acquisiti da investitori nazionali o internazionali per scopi solo a volte dichiaratamente leciti e con modalità, per la maggior parte, illecite. L'Africa subsahariana è l'area della terra in cui questo fenomeno sta assumendo le proporzioni più preoccupanti, interessando oltre 34 milioni di ettari, una ventina dei quali dovrebbero essere destinati alla produzione di biocarburanti. Questo tema, che da un lato coinvolge l'accesso alla terra, e dall'altro, più direttamente di quanto possa apparire, interessa il diritto stesso al cibo è oggetto di un convegno dal titolo "La Terra bene comune. Gestione delle risorse, politiche agricole e cooperazione nell'epoca del land grabbing" e organizzato da Cefa il seme della solidarietà. Non è più un mistero per chi opera sul campo a favore dei piccoli coltivatori come questo accaparramento delle terre avvenga violando i diritti umani delle comunità coinvolte. Calpestare il consenso libero, preventivo e informato di chi dall'oggi al domani si trova senza l'unica preziosa "ricchezza" con cui a stento sopravvivere è diventata la regola. Una regola che Cefa si propone di sovvertire, tenendo fede al proprio impegno ormai quarantennale di sostegno alle comunità locali nel quotidiano sforzo di migliorare le tecniche di coltivazione, di ottimizzare la filiera per la trasformazione, di posizionare adeguatamente sul mercato i prodotti. Il tutto in un'ottica etica, responsabile e sostenibile. In un crescente numero di
nazioni, il diritto alla terra è significativamente ridotto da interessi sia di
governi esteri sia di imprese private che intendono garantirsi
l’approvvigionamento diretto di risorse, soprattutto agricole, a prezzi
inferiori a quelli reperibili sul
mercato. Il fenomeno ha avuto un aumento esponenziale con la crisi
alimentare che ha attraversato l’ultimo decennio e con il contestuale avvio di
politiche specifiche sui biocarburanti che hanno comportato un aumento della
domanda di prodotti agricoli e di terreni per la coltivazione.
«Di land grabbing ancora non si parla abbastanza», spiega il Presidente FOCSIV Gianfranco
Cattai. «Quotidianamente condiziona la vita di milioni di piccoli produttori nei Paesi impoveriti
del Sud del mondo. Da qui l’esigenza di declinare le azioni delle ong e la fondamentale
questione delle politiche agricole e della gestione delle risorse alla luce di questo fenomeno». E ancora, spiega la presidente Cefa Patrizia Farolini: «Promuovere azioni generali che
approfondiscano le dinamiche che stanno alla base delle profonde ingiustizie che condizionano
la qualità di vita di tante persone è il nostro modo per investire nel cambiamento».
Il convegno, promosso in collaborazione con il Movimento Cristiano Lavoratori e con il contributo
di Emil Banca Credito Cooperativo, vedrà tra i partecipanti il 26 ottobre Paolo De Castro,
Presidente Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, e il 27 ottobre
Stefano Zamagni, Ordinario di Economia Politica Università degli Studi di Bologna ai quali si
uniranno gli interventi di rappresentanti del mondo della cooperazione e della società civile
italiana e di alcuni paesi di Africa e America Centrale in cui Cefa e FOCSIV operano da molti
anni.
All’interno del convegno è prevista la proiezione del documentario di Renato Giugliano “Il
movimento dei lavoratori cristiani a Bologna. L’opera del Senatore Giovanni Bersani” che per la
prima volta racconta l’opera di questo personaggio straordinario, fondatore del Cefa e
promotore della FOCSIV, che per oltre sessant’anni si è dedicato al servizio del bene comune sia
in Italia che per le popolazioni più emarginate del sud del mondo.
La pellicola sarà proiettata alle ore 19 del 26 ottobre al Cinema Lumière, Via Azzo Gardino
65, Bologna.
Alberto Picci