19/06/2013
In sanscrito "Sarvajal" significa acqua per tutti. Un vero e proprio miraggio per 128 milioni di persone che, in India, ancora non hanno accesso a fonti di acqua potabile.
Ma Sarvajal è anche il nome dell'impresa sociale che, fin dalla sua nascita nel 2008 grazie alla Fondazione Piramal, ha avuto come mission lo sviluppo di modelli di accesso all'acqua potabile a Km Zero, sostenibili ma improntati anche a un'ottica di mercato.
In 5 anni Sarvajal ha ottenuto risultati considerevoli: più di 200 milioni di litri d'acqua potabile erogata, 75 mila persone in 6 Stati indiani che si riforniscono regolarmente. Come? Grazie a "River", un distributore automatico di acqua potabile che funziona 24 ore al giorno 7 giorni alla settimana ed è alimentato a energia solare.
"River" ha rappresentato un'idea rivoluzionaria sotto diversi punti di vista. Innanzitutto l'impianto di filtraggio dell'acqua e il distributore della stessa, essendo alimentati a energia solare, possono essere installati ovunque, anche in zone remote del Paese che non sono raggiunte dalla rete idrica.
Un fattore non trascurabile dal momento che, in India come in tanti altri Paesi del Sud del mondo, donne e bambini arrivano a camminare fino a 3 ore al giorno in media per l'approvvigionamento d'acqua. Un compito che li allontana da altre occupazioni: cura della casa, lavoro, studio, gioco.
Inoltre "River" non incarna solo il perfetto connubio tra ecosostenibilità e innovazione tecnologica, ma è stato lo strumento con cui Sarvajal ha realizzato un modello economico decentrato, perché basato sul franchising, e legato alle logiche di mercato, perché venduto a un prezzo competitivo.
Attraverso il franchising, Salvajal garantisce ai propri partner formazione professionale e agevolazioni al credito, ponendosi come garante presso gli istituti bancari per chi intenda acquistare e gestire uno stabilimento in proprio: la costruzione e l'installazione di un nuovo impianto costa circa 2500 dollari, la metà di altri analoghi impianti di filtraggio dell'acqua. L'accesso ai servizi invece costa 3 dollari al mese.
Un motore di sviluppo economico, quindi, che ha generato più di 400 nuovi posti di lavoro e 150 impianti installati, a disposizione della comunità locali che, così, possono avere accesso all'acqua potabile a prezzi ragionevoli e non essere più alla mercè di esose aziende private. Tanto che quest'anno, Governo indiano e Sarvajal hanno costruito il primo stabilimento in un quartiere povero di New Delhi e stanno valutando l'ipotesi di ripetere l'iniziativa nella altre grandi città del Paese.
Per maggiori informazioni consultare il sito: www.sarvajal.com
Francesco Rosati