G20, si va verso la Tobin tax

Primi importanti passi verso la tassazione delle transazioni finanziarie per reperire risorse utili a combattere, nel mondo, fame, malattie, degrado e sottosviluppo.

05/11/2011
La Borsa di Tokyo (foto Ansa).
La Borsa di Tokyo (foto Ansa).

Cannes, 5 novembre 2011

E' finita. Il Palazzo del Festival ha cessato d'esser vetrina per gli acciacchi del mondo tornando ad essere quello che è sempre stato: uno dei templi del cinema mondiale. L'ultimo G20 termina consegnando alla storia qualcosa di buono. Ciò che fino a ieri sembrava unicamente un’utopia ed una proposta velleitaria, oggi pare destinato a diventare realtà. Dalla Dichiarazione finale adottata al termine del G20 di Cannes, infatti, emerge per la prima volta un chiaro riferimento alla tassa sulle speculazioni finanziarie. Meno di quanto atteso dalla società civile internazionale, che da tempo invoca una rapida introduzione di questa misura innovativa, più di quanto ci si aspettava alla vigilia del Vertice che proiettava il rischio dell’ennesimo rifiuto di principio a considerare questa misura fiscale.

A Cannes, alcuni Governi dei G20 hanno deciso di costituire un Gruppo di lavoro per mettere in pratica l'applicazione della tassa, al quale hanno già dato la loro disponibilità Argentina, Brasile, Etiopia, Francia, Sud Africa, Unione Europea, Unione africana e Onu. Il superamento delle resistenze sin qui esercitate da parte di alcuni di essi, Brasile in testa, è un primo passo concreto, ancorché timido, per rispondere alle richieste che da anni la società civile internazionale avanza nei confronti delle grandi economie mondiali. Il secondo passo in avanti, questo emerge dalle dichiarazioni finali di Cannes, sarà l’inclusione di una discussione sulla tassa ormai conosciuta come Tobin Tax all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea di gennaio 2012. Un dato importante che lascia ben sperare su due cose fondamentali: la prima che non ci si nasconda più dietro l’attesa di una improbabile decisione unanime e globale per la sua introduzione; la seconda che altri Paesi potranno in futuro aggiungersi al primo gruppo di pionieri. 


Il presidente francese Sarkozy e il presidente americano Obama durante l'ultimo G20, svoltosi a Cannes (foto Ansa).
Il presidente francese Sarkozy e il presidente americano Obama durante l'ultimo G20, svoltosi a Cannes (foto Ansa).

Le dichiarazioni del presidente francese Sarkozy che ha tenuto a sottolineare come il gettito provocato dall’introduzione della Tobin Tax dovrebbe essere prioritariamente destinato allo sviluppo e all’Aiuto ai Paesi poveri, e quelle del presidente americano Obama che seppur ancora impossibilitato a dare l’adesione Usa all’iniziativa si è detto d’accordo con il principio che chi beneficia di grandi profitti debba contribuire significativamente alla ripresa economica e allo sviluppo globale, ridanno un soffio di speranza alle Ong e soprattutto ai poveri della terra che hanno vissuto questo G20 come l’assise nella quale risolvere la crisi delle potenze occidentali disinteressandosi ai destini di miliardi di persone impoverite da meccanismi, scelte politiche dei potentati economici, dei Governi dei Paesi sviluppati, e da attori che in essi agiscono condizionando l’intero sistema politico, economico e finanziario. 


Una manifestazione di protesta durante l'ultimo G20 realizzata con le maschere dei "grandi della terra" (foto Ansa).
Una manifestazione di protesta durante l'ultimo G20 realizzata con le maschere dei "grandi della terra" (foto Ansa).

Ogni Paese membro del G20, ha assicurato il presidente Sarkozy nella conferenza stampa finale, si è impegnato ad assumere almeno una delle proposte innovative per il finanziamento dello sviluppo recensite con il Rapporto della Bill e Melinda Gates Fundation. Un altro impegno che dovrà essere concretizzato anche dall’Italia, sperando che questa volta il Governo non si tiri indietro, magari riciclando, come spesso ha fatto in passato, una qualche iniziativa già in atto senza così contribuire a questo nuovo afflato che pare timidamente spuntare da questo Summit di Cannes.


La Borsa di Francoforte (foto Ansa).
La Borsa di Francoforte (foto Ansa).

Ora, non resta che vigilare sulla reale concretizzazione di questi impegni assunti e rilanciare la campagna della società civile per l’abolizione dei paradisi fiscali senza la quale, la lotta alla corruzione, all’evasione fiscale, e alla povertà rimarrebbe grandemente disattesa. Il tutto, con una convinzione ulteriormente rafforzata da quanto ottenuto al G20 di Cannes: quando le organizzazioni di società civile, le realtà ecclesiali, le ONG sanno lavorare unitariamente per un obiettivo condiviso, si possono ottenere risultati insperati e scardinare “tabù” apparentemente intoccabili.

Ora, non resta che vigilare sulla reale concretizzazione di questi impegni assunti e rilanciare la campagna della società civile per l’abolizione dei paradisi fiscali senza la quale, la lotta alla corruzione, all’evasione fiscale e alla povertà rimarrebbe grandemente disattesa. Il tutto, con una convinzione ulteriormente rafforzata da quanto ottenuto al G20 di Cannes: quando le organizzazioni di società civile, le realtà ecclesiali, le ONG sanno lavorare unitariamente per un obiettivo condiviso, si possono ottenere risultati insperati e scardinare “tabù” apparentemente intoccabili.

Sergio Marelli, direttore generale della Focsiv
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