03/09/2012
Tutto ha avuto inizio con Chernobyl: gli italiani, famiglie,
enti, associazioni, parrocchie, toccati nel profondo dalla tragedia, furono tra
i primi e tra i più numerosi a scegliere la strada dell'accoglienza per periodi
di tempo determinati dando vita, con bambini ospitati, a rapporti poi
consolidati negli anni successivi. Nel 2011, nel nostro Paese, si sono contati
17.823 ingressi all'anno di minori beneficiari dei programmi solidaristici.
Sulle loro esperienze, sul rispetto della Convenzione Onu sui diritti del
fanciullo e della normativa italiana, vigila il Comitato per i minori
stranieri. Dai dati relativi alla nazionalità dei minori accolti in Italia lo
scorso anno si ricava che la presenza di bambini provenienti dall'Europa
dell'Est (92,8%) sia ancora la più massiccia ma che, nello stesso
tempo, col tempo, si è assistito a un aumento dei Paesi di provenienza: Balcani
(5%), Africa (1,9%) e, complice il disastro di Fukushima, per la prima volta,
Giappone (0,2%). Su questi dati, sicuramente, influisce anche il numero
sensibilmente superiore di enti e associazioni che presentano progetti di
accoglienza facenti riferimenti al territorio bielorusso e ucraino: 178 sulle
216 totali. Dal punto di vista dei proponenti programmi solidaristici, invece,
la parte del "leone" tocca alle associazioni (90%), seguiti dalle
parrocchie (6%) e dagli enti locali (4%). Ma c'è dell'altro, il 76% del totale
si realizza su iniziativa di enti e famiglie residenti in piccoli Comuni: solo
il restante 24% dei programmi si compie in capoluoghi provincia e di regione.
Cosa significa? Molto probabilmente e senza timore di scadere in banalità, nei
piccoli Comuni, data anche la maggiore prossimità e la reciproca conoscenza tra
associazioni, enti locali e famiglie, si innescano più facilmente fenomeni
virtuosi a "conduzione" amichevole, dove il passaparola è l'arma
migliore per promuovere progetti solidaristici. Detto che il fenomeno
dell'accoglienza temporanea di minori stranieri in Italia è in Italia piuttosto
omogeneo, su un ipotetico podio virtuale, al primo posto, si classifica la
Lombardia con 42 enti proponenti (20% del totale).
Alberto Picci