19/03/2013
«È importante che gli
studenti normodotati prendano coscienza di cosa significhi la disabilità per poter modificare in modo consapevole il proprio
atteggiamento culturale e attivare processi interiori di rispetto, solidarietà
e comunicazione positiva di inclusione di persone disabili anche in ambito
extrascolastico e, in futuro, nel mondo del lavoro». Eva Schwarzwald e Mario Nuzzo sono gli ideatori del progetto "Diverso da chi? per una nuova cultura del rispetto", promosso dall'associazione culturale Controscena per sensibilizzare il mondo della scuola e i ragazzi in particolare sull'importanza di conoscere i diritti delle persone affetta da disabilità e sull'impegno che richiede difenderli dai soprusi, dall'indifferenza e dai pregiudizi.
A dover cambiare, in sintesi, non è la persona disabile né tanto meno si può pretendere che sia la disabilità stessa a modificarsi: è una questione di percezione. Di punto di vista. Solo quando si riesce a inquadrare il tema, mettendo a nudo gli stereotipi e approfondendo la conoscenza, è possibile a creare nei ragazzi la consapevolezza che l'aggregazione sociale è tale solo se condivisa senza distinzioni.
Tre le iniziative destinate ai ragazzi in età scolare tra gli 8 e i 17 anni di età messe in campo per l'anno scolastico in corso: la realizzazione di un cofanetto per le scuole contenente due dvd ad uso non commerciale, laboratori teatrali e una ricerca che avrà una fase preliminare si raccolta dati sulla percezione della disabilità tra gli studenti e una seconda di stampo "valutativo" sull'accoglienza del percorso proposto.
Il cofanetto dvd, realizzato in mille copie grazie al contributo del Comune di Milano e della Banca del Monte di Lombardia, contiene 15 cortometraggi di provenienza nazionale e internazionale, sottotitolati per non udenti, che affrontano la tematica della disabilità attraverso il racconto di storie che interessano cecità, sordità, autismo, problemi mentali e motori. il tutto corredato da una guida didattica che contribuisce a spiegare il senso profondo dei messaggi che vengono trasmessi dalle immagini attraverso la sollecitazione di riflessioni individuali e di gruppo.
I laboratori teatrali sono invece curati dalla storica compagnia "Quelli di Grock". Il loro obiettivo è far vivere ai partecipanti l'esperienza corporea del diverso, in cerca di strade nuove, alternative, così da spingerli a mettersi in discussione e cercare modi, altri, di relazionarsi e comunicare con chi sta loro intorno.
Chiudiamo con la ricerca: per la sua realizzazione sono stati coinvolti insegnanti, esperti, persone con disabilità e referenti delle associazioni per avere uno spaccato quanto più realistico delle attuali condizioni di inclusione e interazione tra gli studenti disabili e i loro "colleghi" normodotati. «I primi risultati già
raccontano come l’interazione diventi difficile a scuola nei momenti non
strutturati - come gli intervalli - e aumenti col crescere dell’età e la
conseguente minore spontaneità ed elaborazione dell’identità. Manca infatti una consapevolezza sul vissuto del
compagno disabile anche a causa di
un forte silenzio sul tema: proprio in questa direzione Diverso da chi? vuole intervenire, offrendo ai bambini la possibilità di mettersi
nei panni delle persone con
disabilità sperimentandone i limiti e le abilità».
Alberto Picci