G8-G20, i poveri non aspettano

Alla vigilia dei due importantissimi vertici, la Focsiv chiede ai leader delle principali economie mondiali di fare sul serio in materia di sviluppo e di lotta all'emarginazione.

25/06/2010
Silvio Berlusconi parla con il ministro canadese John Baird, al suo arrivo a Toronto, in  vista del G8 e del G20 (foto Ansa).
Silvio Berlusconi parla con il ministro canadese John Baird, al suo arrivo a Toronto, in vista del G8 e del G20 (foto Ansa).

Il luogo è decisamente bucolico, tutto alberi secolari, acque limpide e cielo terso. Ad ospitare il G8, quest'anno, è il Canada. I "grandi" della Terra sono attesi nei pressi di Huntsville, una cittadina nella regione di Muskoka, circa 185 chilometri a nord di Toronto, dove il 26 e il 27 giugno si svolge, invece, il G20. L'auspicio è che l'incanto del posto aiuti a prendere decisioni coraggiose, a vantaggio di quanti, nel pianeta, arrancano in fondo alla fila.

     La società civile, intanto, s'è mobilitata. "I leader delle principali potenze economiche del mondo dimostrino di voler fare sul serio in materia di sviluppo dei Paesi poveri", chiede la Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontario (Focsiv) alla vigilia del G8 e del G20. Presente a Toronto con il suo segretario generale, Sergio Marelli, in Canada per seguire questi due summit anche in veste di portavoce della Coalizione italiana contro la povertà, la Focsiv sottolinea come i problemi causati dalle grandi crisi alimentare, climatica e finanziaria non siano stati ancora risolti dal punto di vista strutturale, e come i leader mondiali non possano più rimandare azioni concrete per far fronte alle urgenze dei Paesi poveri.

     In particolare sugli aiuti pubblici allo sviluppo il Premier italiano Silvio Berlusconi al G8 de L’Aquila si era impegnato ad adottare un piano di riallineamento del nostro Paese e a versare il contributo 2009-2010 dovuto al fondo globale contro l’Aids e altri 30 milioni di dollari come contributo addizionale. Ad oggi, invece, precisa la Focsiv, l'Italia ha ulteriormente decurtato del 31 per cento gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo. Risultato? Se segue questo trend la cooperazione italiana rischia di sparire.

     La presa di posizione della Focsiv non si ferma qui. Vengono presi in esame altri campi. Sulla sicurezza alimentare, ancora non c’è traccia del contributo dei 20 miliardi promessi a L’Aquila dagli otto grandi, mentre l’iniziativa del fondo della Banca Mondiale procede rapidamente sotto la presidenza canadese con il rischio di subire una accelerazione sul mandato politico che deve appartenere invece al nuovo Comitato di sicurezza alimentare per restituire centralità alle agenzie romane delle Nazioni Unite.

     Sulla finanza internazionale, la Focsiv rilancia e sostiene l’appello della campagna Zerozerocinque sull’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie - che con un prelievo minimo dello 0,05 per cento sul valore di ogni transazione – sarebbe in grado di generare un gettito importante da utilizzare per le misure di contrasto alla crisi economica, di sostegno all’occupazione, per le politiche sociali, ambientali e di cooperazione allo sviluppo. Infine il materia di cambiamenti climatici, la Federazione ribadisce la necessità di una intesa tra Paesi emergenti e leader del G8 affinché possa proseguire il negoziato nell’ambito delle Nazioni Unite per l’elaborazione di un accordo Kyoto post-2012 ambizioso, vincolante ed equo.

Alberto Chiara
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