Genova, zitti un'ora per la pace

Dal finire 2001 c'è chi si ritrova ogni mercoledì dalle 18 alle 19, davanti a Palazzo Ducale, per protestare contro ogni violenza. Dieci anni dopo, il 28 dicembre, scocca la 500a ora.

15/11/2011
Genova. Un incontro del luglio 2010. Foto: www.orainsilenzioperlapace.org.
Genova. Un incontro del luglio 2010. Foto: www.orainsilenzioperlapace.org.

Tutte le settimane. Per dieci anni filati. Un'ora in silenzio, dalle 18 alle 19 di ogni mercoledì. Si riuniscono in Piazza De Ferrari, sui gradini del Palazzo Ducale di Genova, per dire "no" alla guerra. Hanno cominciato sul finire del 2001, per iniziativa di alcune associazioni pacifiste genovesi, quando ci fu l'attentato alle Torri Gemelle, e poco dopo gli Stati Uniti attaccarono l'Afghanistan: «Cercammo un modo per esprimere il nostro sgomento e la nostra indignazione», scrivono nel comunicato che annuncia la cinquecentesima riunione davanti allo storico palazzo di Genova, che avrà luogo il prossimo 28 dicembre.

«"L'ora in silenzio"», si legge nella pagina iniziale del sito curato dagli organizzatori, «nasce in Francia nel 1982, su iniziativa del collettivo “Artisans de paix”, contro la guerre e gli armamenti nucleari». Dopo l’installazione dei missili americani in Europa (1982-83) questa iniziativa si rafforza sempre di più. In Italia viene adottata a Genova una prima volta nel 1983, in concomitanza con la “Mostra navale bellica” che si teneva ogni due anni presso la Fiera del Mare. A promuoverla era il “Gruppo amici dell’Arca”. «La pratica del silenzio», rende noto il sito www.orainsilenzioperlapace.org, «ha origine dal bisogno di superare le differenze: le parole spesso dividono; il silenzio crea un’atmosfera di rispetto e di intesa che accomuna e ci fa solidali gli uni con gli altri. Silenzio che si fa riflessione e, quindi, capace di denuncia efficace e nonviolenta».

Genova. Luglio 2011. Foto: www.orainsilenzioperlapace.org.
Genova. Luglio 2011. Foto: www.orainsilenzioperlapace.org.

Nel 2001, dopo i morti e le distruzioni registrate a New York e a Washington, e dopo la successivamente risposta militare, con l'avvio delle operazioni militari in Afghanistan, la replica. «Abbiamo deciso di adottare nuovamente l'"ora in silenzio", una modalità di manifestazione già attuata diverse volte nella storia: per esempio dalle suffragiste statunitensi e dalle donne in nero di Gerusalemme», spiega il comunicato. «Allora, non pensavamo di restare in piazza per dieci anni. Ma non potevamo certo interrompere la nostra protesta quando l'Italia è stata direttamente coinvolta nelle operazioni militari in Afghanistan; quando gli Stati Uniti hanno aggredito anche l'Irak (questa volta con il pretesto della ricerca delle "armi di distruzione di massa"); quando soldati italiani sono stati direttamente e pesantemente coinvolti anche in quella guerra; quando il dettato costituzionale è stato ancora una volta violato con la partecipazione alla guerra in Libia».

In questa tenace e silenziosa protesta contro la guerra, quelli dell' "ora in silenzio" hanno distribuito negli anni 250 mila volantini ai passanti e alla gente incontrata mercoledì dopo mercoledì. «I Governi che si sono succeduti in questi anni non hanno mai mostrato di accorgersi delle nostre istanze. Rimaniamo convinti che la guerra non sia in grado di risolvere alcun problema dell'umanità,  ma serva soltanto ad aumentare i profitti di chi costruisce e vende armi; a mantenere un "ordine internazionale" disumano; a concentrare nelle mani di pochi il controllo  dell'economia», conclude il comunicato stampa. Il prossimo 29 novembre, quindi, si ritroveranno per la cinquecentesima ora del silenzio. E, data la situazione internazionale, non sarà l'ultima.

Luciano Scalettari
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati