03/05/2010
Tutti i telespettatori in questo periodo conoscono il Saint Mary's Hospital di Lacor, in Uganda: è l'ospedale che appare negli spot televisivi dell'8 per mille alla Chiesa cattolica. Chiamato dagli abitanti della zona "il Lacor", appartiene alla diocesi di Gulu, nel Nord del Paese, ed è il maggiore ospedale non profit dell'Uganda.
Molti, ma non tutti, ne conoscono la storia straordinaria. Nel 1961 arrivarono, in quello che era allora poco più che un dispensario missionario, il medico italiano Piero Corti, e una canadese, Lucille Teasdale, chirurgo di professione, giovani e idealisti. Lì si sposarono e il Saint Mary's divenne la missione appassionata di tutta la loro vita. Anche a prezzo della vita: Lucille morì nel 1996 in seguito all'Aids contratto alla fine degli anni '70 in sala operatoria, per essere stata colpita in viso dal getto di sangue di un soldato che stava operando. Il suo corpo e quello di Piero, scomparso nel 2003, riposano a Lacor.
Ma la figlia Dominique Corti, medico anch'essa, ne ha raccolto il testimone, presiedendo la Fondazione Piero e Lucille Corti, che assicura la copertura delle spese correnti dell'ospedale (www.fondazionecorti.it). In un anno il Saint Mary's Hospital, che rappresenta un punto di riferimento per l'Africa equatoriale, cura circa 300.000 persone (quasi 45.000 ricoverati e oltre 250.000 negli ambulatori). Metà sono bambini sotto i 6 anni. Per questi ultimi e per le donne incinte le cure sono del tutto gratuite, mentre per gli altri ammalati le tariffe sono comunque molto agevolate. E' chiaro, però, che anche chi non ha nulla viene assistito.
Rosanna Biffi