29/05/2011
Gli immigrati scelgono gli istituti di di credito per inviare a casa cifre superiori ai mille euro. Nel 2009, il volume complessivo di rimesse dall'Italia verso l’estero è stato di
210,05 milioni, per un totale di 92.020 operazioni. Lo documenta il Rapporto 2010 firmato dall'Associazione bancaria italiana (Abi) e dal Cespi (Centro studi di politica internazionale). Il valore medio di queste
transazioni è stato di 1.543 euro, quasi sette volte la media internazionale
(circa 223 euro). Più di recente, un'indagine della Banca d'Italia ha evidenziato i principali Paesi di destinazione per il periodo 2005-2011: in testa alla classifica c'è la Cina, con il 25 per cento delle operazioni di trasferimento di denaro. Per il resto, le rimesse risultano finire soprattutto in Romania (al secondo posto), Filippine, Marocco, Senegal, Brasile, Bangladesh, Albania, Perù, Ecuador.
Dunque, non sono solo braccia utili (e spesso sfruttate): fanno molto di più che svolgere compiti faticosi e poco gratificanti, che noi italiani rifiutiamo con sdegno. Gli immigrati rappresentano una risorsa per l'Italia. Anche e soprattutto dal punto di vista economico. Si tratta, infatti, di 5
milioni di persone che incidono per circa il 10 per cento sul totale degli
occupati, contribuiscono per l'11 per cento alla formazione del Prodotto interno lordo, il Pil, ovvero la ricchezza complessiva nazionale, pagano
quasi 11 miliardi di euro di contributi previdenziali e dichiarano al
fisco oltre 33 miliardi di euro. Non solo: il 3,5 per cento delle imprese
operanti nel nostro Paese ha il titolare straniero.
A
fotografare la realtà è l'Abi, l'Associazione bancaria italiana, che per il secondo anno organizza un
convegno su «Immigrati e inclusione finanziaria: fatti e prospettive in
un contesto che cambia». L'incontro si svolgerà a Roma, a Palazzo Altieri, il
14 giungo prossimo.
L'evento, organizzato in collaborazione con
il Cespi, è l'occasione per presentare i risultati di una nuova ricerca
che analizza la relazione dei migranti con le banche su diversi
versanti, dall'accesso al credito all'imprenditoria degli immigrati, dai modelli di
welcome banking alla microfinanza e alle rimesse.
Durante il convegno,
inoltre, verrà formalizzata la partnership avviata con Acli, Anci,
Arci, Caritas Italiana, Cespi, Ciss Sud Sud, Unhcr- Agenzia Onu per i
rifugiati, con l'obiettivo di sviluppare strumenti utili a favorire l'inclusione
finanziaria e sociale dei cittadini stranieri.
Alberto Chiara