21/04/2010
Immigrati al lavoro nelle campagne di Rosarno.
Sono stati presentati stamattina a Roma, presso la sala stampa di Radio Vaticana, i dati del secondo Rapporto dell’European Migration Network (Emn) su “Minori non accompagnati – Ritorni Assisti – Protezione Internazionale”. Secondo l’analisi dell’Emn - organismo voluto dal Consiglio dell’Unione Europea, che opera in collaborazione con Caritas/Migrantes e con il Centro Studi Idos - aumenta il numero di minori stranieri “non accompagnati” presenti nel nostro Paese. I dati dicono che in totale, nel corso del 2008, erano 7.797, di cui 4.828 segnalati nel corso dello stesso anno e 2.969 segnalati negli anni precedenti. Arrivano in particolare dal Marocco (15,3 per cento), Egitto (13,7 per cento), dall’Albania (12,5 per cento), dalla Palestina, (9,5 per cento) e dall’Afganistan (8,5 per cento). Nei tre quarti dei casi si tratta di ragazzi di età compresa tra i 16 e i 17 anni (76,8 per cento). Alla fine del terzo trimestre del 2009 la bancadati del Comitato per i Minori Stranieri istituito presso il ministero registrava 6.587 minori non accompagnati. A essi vanno aggiunti i richiedenti asilo e i minori vittime della tratta.
La questione dei richiedenti asilo, spiegano all’Emn, «è particolarmente delicata anche alla luce dell’elevato numero di minori sbarcati nelle regioni meridionali e in particolare in Sicilia». I minori approdati in Italia nel 2008 sono stati complessivamente 2.751, di cui 2.124 non accompagnati. Inoltre nuovi problemi sono sorti dopo le modifiche normative introdotte dal cosiddetto “Pacchetto Sicurezza”. Pur rimanendo in una situazione di grave difficoltà personale, i minori, infatti, rischiano di diventare clandestini al compimento della maggiore età. Per il rilascio del permesso di soggiorno, infatti, sono necessarie una serie di condizioni che difficilmente il minore può soddisfare: il minore non accompagnato, infatti, deve essere sottoposto a tutela o affidamento, inserito da almeno due anni in un progetto di integrazione, avere la disponibilità di un alloggio, deve essere iscritto a un regolare corso di studio o svolga una attività lavorativa. Le condizioni devono essere soddisfatte tutte contemporaneamente. Non basta dunque che sia stato affidato a qualcuno se non è anche iscritto a un corso e non è inserito in un progetto di integrazione, e via dicendo.
Per quanto riguarda gli adulti è stato calcolato che loro rimesse superano il volume dell'aiuto pubblico allo sviluppo fornito dai paesi ricchi ed eguaglia quello degli investimenti esteri. Solo dall’Italia, annualmente gli immigrati rimandano ai loro Paesi d'origine quasi 6 miliardi e mezzo di euro. Molti di loro vorrebbero tornare in patria, ma a differenza degli altri Paesi europei, in Italia soltanto chi ha un regolare permesso di soggiorno può usufruire del Fondo europeo per il rimpatrio. Gli altri Stati membri utilizzano il Fondo, invece, anche a beneficio di chi è sprovvisto del permesso di soggiorno, evitandogli così un ritorno del tutto fallimentare e anzi incoraggiandolo ad aprire attività produttive nella propria Nazione.
Annachiara Valle