07/07/2010
“Vittoria”. Arriva nel corso della manifestazione davanti a Montecitorio l’annuncio delle ultime modifiche al testo della manovra in tema di invalidità. Per Fish e Fand, le due federazioni che raccolgono le principali associazioni che rappresentano, tutelandole, le persone disabili e i loro familiari, è la conferma – insperata fino a ieri pomeriggio – di aver raggiunto i due principali obiettivi della manifestazione: l’abolizione per tutti dell’aumento all’85 per cento della soglia per avere la pensione di invalidità civile e la rinuncia a qualsiasi intervento restrittivo sulle indennità di accompagnamento.
È un risultato – è il primo commento delle due associazioni - che premia l’azione di queste settimane. Incontri, colloqui, contatti politici, documenti tecnici e di proposta, sensibilizzazione e mobilitazione di una base estremamente diffusa e motivata: le due Federazioni hanno messo in campo tutte le proprie risorse per contrastare le disposizioni negative contenute nella manovra.
“Si tratta di un risultato di portata storica", commenta Giovanni Pagano, presidente della Fand, "anche considerato il clima politico, le premesse, la campagna mediatica scatenata nei confronti delle persone con disabilità”. “Una vittoria", precisa Pietro Barbieri, presidente della Fish, "che è costata molto in termini di impegno, di risorse e di energie che avremmo preferito dedicare ad azioni propositive anziché di difesa. Rimane una fortissima preoccupazione per i tagli alle politiche sociali delle Regioni”. “Ottimo il risultato di oggi", concordano Fish e Fand, "ma ora inizia l’impegno per domani”.
E proprio sul versante del contributo degli enti locali alla manovra, le due federazioni ricordano che la “virtuosità” presa a punto di riferimento per le riduzioni dei trasferimenti agli enti locali “si basa solo su elementi di bilancio e non di qualità dei servizi ai cittadini, aspetto di cui nessuno sembra preoccuparsi”. “Il rischio più immediato", precisano, "è che nelle regioni più inefficienti i cittadini finiscano per pagare due volte: prima per l’inefficienza delle risposte, poi per le “sanzioni” dello Stato”.
redattoresociale.it