29/06/2010
La copertina di "Su le mani", il nuovo album di Mitch e Squalo.
È destinato a diventare la colonna sonora dell'estate 2010. Anche perché a cantarlo sono Mitch e Squalo (Giovanni Mencarelli e Marco Iaconianni), 30 e 28 anni, i due simpatici e popolarissimi speaker di Radio 105, molto amati dai giovani. Il singolo Boom boom fa parte dell'ultimo album dei due conduttori e cantautori, Su le mani, in uscita oggi nei negozi di musica. «Al di là del successo estivo, noi speriamo che questo brano sia di aiuto per i giovani», spiegano i due, «Boom boom fa parte di un progetto di educazione e prevenzione contro le droghe: abbiamo scelto di portare avanti questo impegno attraverso la musica, per far capire ai ragazzi l'importanza e il valore del benessere e della salute».
Il videoclip del brano - contenuto nell'album - è firmato da Stefano Morbioli, uno dei più noti registi di video musicali, ed è stato girato a Milano, con la collaborazione della Questura (che ha messo a disposizione una volante) e della discoteca Hollywood (all'interno della quale si svolge una parte del video). Con questa canzone Mitch e Squalo partecipano alla campagna "Boom boom - Strategia globale di contrasto alle tossicodipendenze e promozione del benessere", promossa dall'associazione Centro studi Parlamento della legalità (Delegazione di Milano e provincia) e rivolta ai giovani fra i 14 e i 25 anni e, in particolare, alle scuole.
Boom boom è fresco, divertente, molto orecchiabile, eppure alla base c'è un messaggio forte: ragazzi, state attenti, la droga non è la soluzione....
«Per parlare degli effetti distruttivi della droga non volevamo una canzone di quelle lente, melodiche, pesanti. Andare da un ragazzino e dirgli di non drogarsi, quando magari tutti i suoi amici pensano che "farsi" sia forte, non è facile e pochissimi artisti si sentono di farlo. È una lotta e una sfida che noi abbiamo voluto intraprendere, mettendoci noi per primi la faccia, ma facendolo secondo il nostro stile di freschezza e divertimento».
Questo brano è un avvertimento contro la droga ma anche un richiamo più generale al valore della vita...
«Certo. Nel brano noi cantiamo che la vita è una guerra: cioè la vita non è facile, e spesso i giovani pensano di poter risolvere i problemi con la droga. Ma per affrontare e vincere una guerra bisogna essere lucidi; senza lucidità si finisce per arrendersi e, di conseguenza, per perdere. Invece di guerra avremmo potuto parlare di giungla, ma ci sembrava una definizione un po' vecchia, anacronistica».
Andrete anche nelle scuole?
«Sì. Boom boom nasce come canzone contro l'uso delle sostanze stupefacenti. Ma il suo messaggio più autentico è far capire il valore del benessere e della vita. Negli incontri scolastici saremo affiancati dalla Polizia di Stato che farà capire come a volte ti puoi rovinare la vita perché vieni beccato con in mano una sostanza vietata. Allora succede che ti ritirano la patente, perdi il lavoro, ti ritrovi la vita rovinata. Il progetto, tra l'altro, è piaciuto molto al ministro della Gioventù Giorgia Meloni, che abbiamo incontrato».
Nel videoclip partecipano anche i Latin king, la gang di strada formata da giovani sudamericani. Perché?
«Il messaggio del video è che il cambiamento è possibile, si può fare, se uno ha commesso un errore, come drogarsi, può uscirne e ricominciare. I Latin king a Milano sono spesso visti come sinonimo di risse e delinquenza: nel video rappresentano proprio questa idea di cambiamento».
Al di là di questo progetto contro la droga, voi siete stati sempre molto impegnati nel sociale...
«Sì, in questi anni abbiamo promosso molte campagne, come quella contro l'abuso di alcol. Spesso lo abbiamo fatto senza propaganda e pubblicità. Noi abbiamo sempre detto: veniamo dalla strada, nessuno ci ha mai dato una mano, abbiamo sempre affrontato e risolto i problemi. Se possiamo aiutare qualcun altro, facciamolo, con la musica, la radio, la televisione. Al di là dell'impegno sociale, il nostro obiettivo, sempre e comunque, è far divertire la gente: siamo solari, freschi, allegri, questo è il nostro mondo».
Giulia Cerqueti