La pigotta, se la bambola vale una vita

A Natale più che mai è il simbolo dell'Unicef: lontana da ogni logica consumistica, questo dono è essenziale per i kit di sopravvivenza distribuiti là dove ancora si muore di fame

05/12/2012

Non ha i capelli lunghi e biondi della Barbie, non parla, non si sbrodola e non arrossisce ma ogni esemplare è unico e irripetibile: la pigotta, che letteralmente per i non lombardi significa bambola di pezza, dal 1999 è uno dei veicoli di comunicazione più efficaci dell'Unicef che l'ha eletta a proprio simbolo dopo che già da una decina d'anni aveva fatto la sua comparsa in Italia grazie all'ispirazione di Jo Garceau del comitato provinciale Unicef di Milano. Chi adotta una pigotta, oltre a portarsi a casa dei veri e propri gioielli di artigianato, ha l'occasione di salvare la vita di uno di quei 19mila bambini che ancora, ogni giorno, nel mondo, muoiono per cause prevenibili: infezioni respiratorie, diarrea, malaria, morbillo, incidenti e ferite oltre a malnutrizione materna e infantile. Ogni pigotta finanzia un pacchetto di interventi mascherati dietro l'acronimo acsd (accelerated child survival and development) per portare nelle lande più remote di Benin, Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica democratica del Congo, Ghana, Guinea Bissau, Senegal e Togo alimenti terapeutici, vaccini, zanzariere, sali reidratanti e, dove possibile, assistenza alla gravidanza e al parto. Bastano 20 euro per adottare una pigotta: nel 1999 erano stati raccolti 333.631 euro, nel 2010 1.622.356. Una bella crescita, segno che il progetto ha funzionato e convinto ma qualcosa è ancora possibile fare se è vero, come raccontano i dati, che tra il 2002 e il 2005 la raccolta fondi aveva portato nelle casse dell'Unicef ben oltre 2 milioni di euro. Ma la magia della pigotta non finisce qui: è infatti il primo passo in nome del cerchio della solidarietà che vorrebbe unire coloro che, i volontari, realizzano la bambola dedicando tempo e impegno, e chi le adotta, che attraverso la carta di identità della pigotta sa, con certezza, a chi poter dire grazie e fargli sapere che un bambino, per il momento, è in salvo.


Qui il video che la testimonial della campagna 2012 ha girato per promuovere l'adozione della pigotta: la cantante Malika Ayane ha voluto giocare con la sua hit di successo della scorsa estate "Tre cose".

Alberto Picci
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