12/05/2011
Istanbul, 12 maggio 2011
A quarant’anni esatti dalla prima Conferenza indetta dalle Nazioni Unite sui
Paesi meno sviluppati (Pma), dal 9 al 13 maggio la comunità internazionale si riunisce a Istanbul per verificare le politiche, le azioni e i risultati conseguiti.
Pma: una definizione diplomatica per classificare quei Paesi il cui reddito procapite non supera i 900 dollari all’anno, ovvero un modo elegante per descrivere la nazioni più povere al mondo.
Quando nel 1971 si tenne la prima della quattro conferenze sin qui
convocate, i Pma erano 25. Oggi il loro numero è drammaticamente salito a
48, 34 dei quali nella sola Africa sub sahariana, mentre solamente
tre di essi – Botswana, Capo Verde e Maldive – sono riusciti ad uscire
da questo agone della miseria. Già queste prime cifre la dicono lunga su
quanto i Paesi ricchi hanno fatto nei confronti dei Pma. Se ad
essi aggiungiamo che i circa 800 milioni di persone che vivono in questi
Paesi rappresentano il 13 per cento della popolazione mondiale, ma solo
l’1 per cento della ricchezza prodotta nel mondo; che il miliardo di
persone che non hanno accesso all’acqua e soffrono la fame sono
principalmente concentrati in essi; che le grandi pandemie quali Aids,
tubercolosi e malaria colpiscono in percentuali da brivido i loro
abitanti, è facile comprendere la sfida e la responsabilità che i 40
Capi di Stato, i 10 Vicepresidenti, i 94 ministri e i 47 direttori di
agenzie internazionali convenuti a Istanbul si trovano ad affrontare in
questi giorni.
In questo contesto si possono capire le richieste avanzate dal Forum
parallelo della società civile organizzato in contemporanea alla
Conferenza Onu: rendere più giuste le politiche commerciali;
rimettere al centro le persone e dare alla vita dignitosa il primato
sull’economia e la finanza; garantire l’accesso ai mercati dei prodotti
di provenienza dai Pma; tutelare i diritti umani delle loro popolazioni e
porre fine allo sfruttamento delle risorse naturali che in quei Paesi
abbondano. Ma, soprattutto, le Ong riunitesi a Istanbul stanno
chiedendo a gran voce un sostegno concreto ai piccoli agricoltori di
questi Paesi. Le economie dei Pma si fondano essenzialmente sul lavoro in agricoltura;
la spesa dei loro cittadini è per il 50 per cento assorbita
dall’acquisto di cibo e a fronte di ciò la Fao registra un incremento
del 37 per cento dei prezzi delle derrate alimentari da marzo del 2010.
Gli speculatori senza scrupoli hanno fatto schizzare alle stelle i
prezzi delle derrate alimentari facendo aumentare di altri 45 milioni le
persone affamate che si aggiungono ai 995 milioni censiti alla fine
dello scorso anno, mentre oggi i sostegni alla produzione agricola sono
precipitati al 5 per cento contro il 18 per cento del 1980. Lotta
alla corruzione, regole ai mercati e alla finanza internazionali,
investimenti in agricoltura e in educazione dei giovani, risorse per la
cooperazione, democrazia e buon governo dovrebbero essere gli assi
portanti della dichiarazione finale che venerdì sarà adottata al termine
della Conferenza. Sempre sperando che poi alle parole seguano fatti
concreti.
Gli speculatori senza scrupoli hanno fatto schizzare alle stelle i
prezzi delle derrate alimentari facendo aumentare di altri 45 milioni le
persone affamate che si aggiungono ai 995 milioni censiti alla fine
dello scorso anno, mentre oggi i sostegni alla produzione agricola sono
precipitati al 5 per cento contro il 18 per cento del 1980. Lotta
alla corruzione, regole ai mercati e alla finanza internazionali,
investimenti in agricoltura e in educazione dei giovani, risorse per la
cooperazione, democrazia e buon governo dovrebbero essere gli assi
portanti della dichiarazione finale che venerdì sarà adottata al termine
della Conferenza. Sempre sperando che poi alle parole seguano fatti
concreti.
Sergio Marelli, segretario generale della Focsiv