11/07/2012
Foto Ansa. La fotografia di copertina, invece, è dell'agenzia Corbis.
E' un diritto di tutti, senza distinzione di razza, lingua o religione. La sicurezza sul luogo di lavoro, inoltre, è un investimento, non una
spesa. Sono questi i messaggi di fondo dell'opuscolo pubblicato on line sul sito del Governo e preparato dal Dipartimento
dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. Si tratta di un progetto realizzato attingendo al Fondo europeo per l'integrazione dei Paesi Terzi.
Già perché
proprio i lavoratori immigrati sono i primi destinatari di questi suggerimenti
nella convizione che la sicurezza sul lavoro sia necessariamente un diritto per tutti.
D'altronde i numeri parlano chiaro: dei 4 milioni di stranieri presenti in
Italia (il 6,5% dei quali godono dell'ambitissimo status di residenti), 3
milioni sono assicaurati Inail, un dato non sufficiente se si considera che,
come è stato rilevato, il 16,4% degli infortuni nel 2010 ha
riguardato un lavoratore immigrato.
Foto Ansa.
Il settore edile vive uno stato di perenne emergenza: i 196
morti denunciati nel 2009 sono il 3% in più di quelli del 2008. Un tragico
trend crescente, da cui si ricava come a perdere la vita siano quasi tutti
uomini di età compresa tra i 35 e i 49 anni. La causa di morte più frequente
nel campo delle costruzioni è stata constatata essere la perdita di controllo
del mezzo o dell'attrezzatura di movimentazione (29%), seguita dalle cadute
(25%, il 9% delle quali da altezze importanti).
Altro settore in cui l'insicurezza dilaga è quello agricolo,
al punto che la Commissione europea l'ha fatto rientrare a pieno titolo tra
quelli ad "alto rischio" sia per la frequenza sia per la gravità
degli infortuni. Di sicuro, oltre a una diffusa dose di improvvisazione e
imprudenza, l'ambiente di lavoro in questo settore ha un'incidenza
determinante: in particolare nel 2009 si è registrato un aumento del 16%,
rispetto all'anno precedente, delle malattie cosiddette professionali.
Tra le categorie maggiormente in pericolo ci sono
indubbiamente quelle apparentemente più sicure, cioè i lavoratori
"domestici". Le case, d'altronde, si sa, nascondono insidie in ogni
angolo: un'indagine del Censis (2009) ha rilevato come il 44,3% di tali
soggetti abbia dichiarato di essere stato vittima di almeno un incidente
direttamente ricollegabile al lavoro svolto. Con riferimento all'ultimo triennio
la percentuale sale al 61,2%. Oltre ad incidenti "tipici", dovuti a
stanchezza e malessere o a tragiche fatalità, una delle battaglie da combattere
in nome della sicurezza è quella diretta a non sottovalutare i rischi anche
delle azioni più comuni che si svologono quotidianamente.
Alberto Picci