12/02/2013
I vostri figli non stanno fermi un attimo? Si distraggono facilmente? Faticano ad addormentarsi? Niente paura, basta rivolgersi allo specialista "giusto" che vi darà la pillola adatta a contenere questo eccesso di energia. Piccoli adulti stressati crescono... peccato che siano bambini, curiosi e vivaci per natura all'ennesima potenza. Sarebbe più preoccupante il contrario...
Di sicuro i numeri sono preoccupanti: la prescrizioni di psicofarmaci a minori sono in costante ascesa e hanno varcato i confini degli Usa, dove questa "abitudine" è già diffusa da parecchio tempo come testimoniato dalla rivista pediatrica "Pediatrics": gli esperti americani, tra il 2000 e il 2010, sono stati i primi veri protagonisti di un incremento del 46% dell'intero mercato. Un giro d'affari miliardario i cui veri beneficiari sono le case farmaceutiche produttrici.
I dati più recenti, però, indicano che il fenomeno si sta espandendo anche in Europa: a 750mila bambini tedeschi nel corso del 2011 sarebbe stata diagnosticata la sindrome da iperattività e deficit di disattenzione. Maschi (85% dei casi), intorno ai 10 anni, con un'incredibile esigenza di muoversi con una certa dose di sprezzo del pericolo: è questo l'identikit tipo. «E non potrebbe essere altrimenti - commenta Alain Goussot, professore di pedagogia all'università di Bologna - dal momento che proprio quella è l'età, specie per i maschietti, di incontenibile movimento e di voglia di stare mai fermi».
Alla luce di questi dati, il livelo di attenzione in Germania si è alzato notevolmente: c'è qualcuno che etichetta il fenomeno come "doping scolastico", e chi, per lo più medici ed esperti, punta il dito sui rischi dell'abuso di psicofarmaci che, nel 2011, sarebbero stati prescritti al 7% dei pre-adolescenti tedeschi maschi e al 2% delle loro coetanee femmine.
Luca Poma, portavoce nazionale di
"Giù le mani dai bambini", attivissimo comitato per la farmacovigilanza pediatrica nel nostro Paese, è chiarissimo: «Non è la prima volta che denunciamo anche in Italia attività promozionali propedeutiche alla commercializzazione di farmaci per la Sindrome da iperattività e deficit di disattenzione (ADHD),
prodotti peraltro ancora non autorizzati entro i nostri confini. Non si promuovono solo ricerche per l'ottenimento delle necessarie autorizzazioni, ma anche attività di pre-marketing, come il finanziamento a congressi scientifici per affermare "l'emergenza ADHD", oppure come la creazione di siti internet per propagandare la presunta malattia, se non addirittura per spiegare ai bambini stessi come gestire la disattenzione e l'iperattività, stimolando così nelle famiglie l'interesse per la relativa terapia, ovviamente farmacologica. E in tutti questi casi, la più iperattiva tra le multinazionali del farmaco pare proprio essere la Shire».
Per la cronaca, la Shire è una multinazionale inglese che supera abbondantemente gli 8 milioni di ricette all'anno con oltre 1,55 miliardi di dollari di incassi all'anno. «Le norme europee - prosegue Poma - rendono molto semplice registrare un farmaco già autorizzato in altre nazioni dell'Unione europea, quindi anche Shire - dopo le autorizzazioni ottenute in vari Stati - si sta concentrando sul nostro Paese, che è il 5° mercato farmaceutico al mondo: la strategia sembra quella di "medicalizzare" i comportamenti di un numero crescenti di minori italiani. Un business miliardario, che secondo molti osservatori viene promosso a spese della salute dei più deboli tra noi: i bambini».
Alberto Picci