Madeline e Ardjan continuano a sperare

Da Haiti all'Albania: due storie di adozione a distanza grazie alla Fondazione Avsi. Il sorriso di un bambino rappresenta la speranza del mondo

25/09/2012

Quando il 12 gennaio 2012 il terribile sisma colpì Haiti, la prima cosa a scomparire fu la speranza. Poi si sgretolarono le case, le strade, i paesi e le città, migliaia e migliaia di vite umane furono perdute, famiglie intere restarono sepolte sotto le macerie. Da lì a poco sarebbero comparse anche malattie ed epidemie, fame, assenza di acqua potabile, aiuti umanitari internazionali mai giunti a destinazione. In Albania invece, dall'altra parte del mondo, la nostra parte del mondo, non è stato necessario un cataclisma perché centinaia di bambini conoscessero sulla propria pelle la miseria, l'abbandono dei genitori, l'impossibilità di andare a scuola, di avere una normale infanzia.

Tra questi e molti altri luoghi sfortunati del Pianeta, da quarant'anni è stato tessuto un filo sottile ma resistente che li unisce. La Fondazione Avsi, infatti, dal 1972 ha sviluppato oltre 100 progetti di sviluppo e cooperazione in 37 diversi Paesi del mondo, operando nel settore socio-educativo, nello sviluppo urbano, in sanità, lavoro, agricoltura, sicurezza alimentare e acqua, energia e ambiente, emergenza umanitaria e migrazioni. E, per l'appunto, in un programma di sostegno a distanza, grazie al quale le storie di Madeline e Ardjan, per esempio, non andranno a unirsi a quelle di tanti altri bambini cui la speranza è stata negata.

Nel gennaio 2010, subito dopo il terremoto di Haiti, Madeline abitava in un campo sfollati sulla Place Fiertè, una delle piazze più grandi di Citè Soleil. Era timida, aggressiva e soffriva di una grave forma di malnutrizione. Non aveva né padre né madre, ma abitava insieme a una ragazza di 14 anni, sua vicina di tenda, che l’aveva presa con sé dopo che Madeline era stata abbandonata dalla madre. La bimba è stata allora assistita dall'equipe di assistenti sociali di Avsi, che l'hanno inserita nel programma di recupero dalla malnutrizione e, successivamente, in quello di sostegno a distanza, perché potesse innanzitutto frequentare la scuola. Dopo 6 mesi di ricerche, infine, gli assistenti sociali che seguivano la bimba sono riusciti a rintracciare una delle zie, che non sapeva nemmeno che la piccola fosse sopravvissuta al terremoto. Oggi Madeline è in perfetta salute, vive con la zia e ha iniziato a frequentare  la scuola materna presso l’Instut Mapou, una delle scuole che Avsi ha costruito nel 2011 a Citè Soleil. La sua insegnante ha riferito che Madeline in classe lavora benissimo, ha molti amici e non è più timida.

I bambini coltivano per loro stessa natura tanti sogni. Sono sognatori nati. Non dovrebbe stupire troppo che un bambino di 11 anni sogni di diventare, da grande, pilota d'aerei. Meraviglierebbe di più, forse, sapere che questo bambino un giorno è andato all'aeroporto, da solo, a veder decollare gli aeroplani, perché indicherebbe quanto il suo sogno fosse vivido e insistente. Il bambino si chiama Ardjan, è albanese e vive una situazione di grave abbandono essendo forzatamente separato dalla madre. Da 7 anni, grazie al sostegno a distanza di Avsi e al contributo del suo "papà a distanza" Pietro, ha potuto continuare a coltivare il suo sogno. Senza perdere la speranza. Pietro e la sua famiglia si sono presi talmente a cuore il caso di Ardjan, da andarlo a trovare di persona più volte in Albania. Ma questo sarebbe un lieto fine troppo agrodolce per la storia di Ardjan: dopo tanti anni, finalmente, quando le speranze si erano ormai affievolite, Ardjan si è potuto ricongiungere con la madre che viveva all'estero. Una famiglia riunita. Un programma di sostegno a distanza che ancora una volta funziona. La speranza intatta di un bambino. Questo è un lieto fine decisamente migliore.

Francesco Rosati
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