12/04/2012
Qualche notizia sporadica, immagini per lo più di repertorio
e niente più. È il massimo dell'informazione che i media stanno dedicando alla
grave emergenza che ha investito il Sahel, quella striscia di continente
africano che abbraccia Mauritania, Ciad, Senegal, Mali, Burkina Faso e Niger: i
raccolti del 2011, secondo le stime diffuse, hanno subìto una diminuzione del
25% rispetto alle attese a causa delle condizioni climatiche avverse con una
siccità da record e degli attacchi dei parassiti. Da qui, l'allarme carestia:
più di 20 milioni di persone sono a rischio malnutrizione.
Italo Rizzi, direttore di Lvia, ha sottolineato che «Quando
parlano delle crisi alimentari, i media si concentrano sull'aspetto nutrizione
ma le realtà è più complessa, la disponibilità di cibo è soltanto una delle
determinanti dello stato nutrizionale dei bambini. L'allattamento, la
diversificazione della dieta, l'accesso alle strutture sanitarie, all'acqua
pulita e ai servizi igienici sono ugualmente dei fattori determinanti. Un'attenzione
più grande alle cause dirette della malnutrizione è necessaria al fine di
evitare i livelli inaccettabili di mortalità infantile e ritardo nella crescita
dei bambini».
Già, i bambini: sono proprio loro le prime vittime della
carestia e in questo senso Lvia è intervenuta concentrandosi sulla cura e sulla
prevenzione della malnutrizione infantile in tre province del Burkina Faso. Tre
i principali filoni operativi individuati da Lvia per assorbire almeno
parzialmente gli effetti della crisi:
sostegno alle banche
cereali, cioè quei magazzini gestiti da cooperative di agricoltori in cui il
surplus di produzione viene messo in vendita. Il problema, però, è quando le
"banche" sono vuote tanto da non garantire il sostentamento nemmeno
ai produttori stessi;
rafforzamento dei
centri salute attraverso la formazione di personale specializzato, le
cosiddette antenne di villaggio, nell'individuare i casi più gravi di
malnutrizione segnalandosi alle strutture che garantiscono il ricovero;
aiuto ai produttori,
facilitando l'accesso a sementi di qualità e sviluppando tecniche produttive
condivise più redditizie e a costi inferiori.
A un contesto già così drammaticamente segnato, si è
aggiunto il colpo di Stato che ha di fatto negato le libertà civili in Mali.
L'Onu parla di una marea umana di 200.000 persone in marcia verso i Paesi confinanti per sfuggire agli scontri armati che nel nord del Paese vedono
contrapposti l'esercito maliano e i ribelli nelle fila dei quali si registra la
presenza di mercenari provenienti dalla Libia. Ousmane Ag Hamatou, coordinatore
Lvia in Mali, è riuscito a mettersi in contatto con l'Italia per testimoniare
come «le popolazioni pastorali del nord del Mali si stanno spostando in masso
verso il Niger e il Burkina Faso, in zone ove ci sono ancora delle possibilità
di acqua e foraggio per poter mantenere in vita i propri animali. Tuttavia,
queste migrazioni hanno un forte impatto sulle scarse risorse disponibili,
causando carenza d'acqua e alimenti, rischi di malattie. La situazione si sta
aggravando fortemente negli ultimi giorni con l'esaurimento degli stock
alimentari e di foraggio e sta peggiorando ulteriormente per le condizioni di
insicurezza legate agli scontri armati».
Anche l'Unicef ha allertato la comunità internazionale che
più di un milione di bambini con meno di cinque di anni d'età rischiano
seriamente la vita se le condizioni non cambiano drasticamente. Dura anche la
presa di posizione contro le forze armate che stanno mettendo ulteriormente in
ginocchio il Mali. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha
invocato un maggiore senso di responsabilità "ponendo un freno a qualsiasi
azione diretta a destabilizzare il Paese" e auspicando che tornino a
vigere le regole costituzionali.
Tutti sono invitati a dare il loro contributo.
Chi
intende sostenere Lvia può farlo attraverso una donazione con causale
"emergenza siccità Sahel" sul c/c presso Banca Etica iban
IT49L0501801000000000106428 o su c/c postale 14343123 intestato a LVIA -
Associazione internazionale volontari laici - corso IV Novembre 28, 12100 Cuneo
Alberto Picci