Ieri l'Aids, oggi la fame nascosta

Medici senza frontiere ha lanciato il progetto "Un centro nutrizione in città - Quando il cibo non basta". La prima tappa è a Milano, fino all'8 maggio. Si prosegue poi in altre città.

05/05/2011
Un'immagine che documenta il progetto di Msf contro la malnutrizione in Burkina Faso (foto di Jessica Dimmock/ VII Network; sua anche la foto di copertina di questo servizio).
Un'immagine che documenta il progetto di Msf contro la malnutrizione in Burkina Faso (foto di Jessica Dimmock/ VII Network; sua anche la foto di copertina di questo servizio).

    La chiamano "fame nascosta", perché agisce a livello più silenzioso, spesso meno visibile, lento ma inesorabile, certamente più subdolo. La malnutrizione è diversa dalla fame, dalla mancanza o scarsità di cibo, che spesso segue le carestie, le grandi calamità naturali o le devastazioni causate dalla guerra. C'è anche quella, certo. Ma nella grande maggioranza dei Paesi poveri, dall'Africa sub-sahariana all'Asia meridionale, non si muore tanto per assenza reale di cibo quanto per un modo di nutrirsi sbagliato. La vera emergenza oggi è dunque la malnutrizione: un'alimentazione spesso povera di vitamine, minerali, proteine, che provoca una serie di infezioni a più livelli e, nei neonati e nei bambini, rallenta lo sviluppo fisico e intellettivo.

     Proprio per conoscere la malnutrizione infantile, spiegare cosa significa, come si manifesta e come si può curare, l'organizzazione umanitaria Medici senza frontiere ha lanciato a Milano il progetto "Un centro nutrizione in città - Quando il cibo non basta": fino all'8 maggio, nei presso dell'Arena civica milanese è allestita una struttura che funziona come centro informativo sulla malnutrizione,  con operatori umanitari che guidano i visitatori. Il percorso è diviso in due parti: la prima parte multimediale, con foto e video girati per Msf, e la seconda parte esperienziale, nella quale i visitatori entrano in contatto con gli strumenti usati da Msf per operare nelle situazioni di emergenza.

    «Non è la cattiva nutrizione di per sé ad uccidere», spiega Carla Denti, infermiera e operatrice umanitaria di Medici senza frontiere dal 2009, appena rientrata dallo Yemen, «bensì le malattie e le infezioni che si sviluppano nell'organismo a causa delle malnutrizione, come la polmonite e le infezioni gastrointestinali, diarrea e vomito». E spiega: «Quando arriva un bambino malnutrito, la prima cosa che facciamo è misurare peso e altezza e con un apposito centimetro posto al braccio determiniamo il grado di malnutrizione, da moderata a severa. I piccoli malnutriti vengono posti in terapia intensiva e nutriti con latte terapeutico spesso attraverso un sondino: la caratteristica comune dei bimbi malnutriti è che non sentono lo stimolo della fame e non vogliono mangiare».

Il "Centro nutrizione in città" allestito a Milano, nei pressi dell'Arena civica.
Il "Centro nutrizione in città" allestito a Milano, nei pressi dell'Arena civica.



Ma dall'Occidente arrivano gli alimenti sbagliati


Un dato positivo: a fronte delle cure, la ripresa dei bambini è molto veloce, già dopo un giorno si possono vedere i miglioramenti. E una volta usciti dalla condizione di patologia, i piccoli pazienti vengono successivamente nutriti con preparati alimentari appositi, barrette o paste spalmabili,
a base di zucchero, arachidi, vitamine, proteine e prodotti alimentari adatti allo sviluppo. «Dai Paesi occidentali», spiega Sergio Cecchini, direttore della comunicazione di Msf Italia, «nei Paesi poveri arrivano spesso farine arricchite: alimenti che però non sono per niente adatti a combattere la malnutrizione e che in Occidente non sarebbero mai usati come base del nutrimento dei bambini per la loro crescita». E aggiunge: «La malnutrizione oggi è come l'Aids dieci anni fa. Allora esistevano i farmaci retrovirali brevettati, ma solo i Paesi ricchi potevano permettersi di acquistarli, per i Paesi del Sud del mondo erano troppo costosi. Poi, grazie a una vasta campagna per l'accesso ai farmaci, le grandi compagnie farmaceutiche sono state spinte a condividere i brevetti e rendere così accessibili i farmaci contro l'Hiv ai Paesi poveri. Oggi una situazione simile accade con la malnutrizione. Un sacchetto di preparato alimentare per un bambino malnutrito costa 30-40 centesimi, con un euro si nutre un bambino per un giorno».        

     Dopo Milano, il progetto "Un centro nutrizione in città" si sposterà in altre città italiane. «Abbiamo scelto di partire da Milano», spiega ancora Cecchini, «per la particolare attenzione di questa città verso il problema, visto che l'Expo 2015 sarà propria dedicata al tema del nutrimento del pianeta. Subito dopo saremo a Torino, al Salone internazionale del libro; poi a Ferrara, Mantova e chiuderemo a Roma, in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione il 16 ottobre». Per informazioni visitare il sito: www.medicisenzafrontiere.it; email: tournutrizione@rome.msf.org. Per le prenotazioni delle scuole: scuole@msf.it.

 
     Oggi nel mondo 195 milioni di bambini sotto i 5 anni di età soffrono di malnutrizione, soprattutto in Africa subsahariana e Asia meridionale. La zona più vulnerabile rimane la fascia del Sahel, subito sotto il deserto del Sahara. Al 2009 i bambini malnutriti curati da Msf - Premio Nobel per la pace nel 1999 - erano 300mila. "Un centro nutrizione in città" fa parte della campagna internazionale di Msf "Starved for attention: il cibo non basta", lanciato per chiedere una riforma del sistema degli aiuti alimentari, che ancora oggi fornisce ai Paesi più poveri cibo scarsamente nutritivo per i piccoli e non adatti alla crescita e allo sviluppo dei bambini. Msf ha lanciato una petizione, "Vincere la malnutrizione: il tempo di agire è ora", che si può firmare sul sito: http://www.starvedforattention.org/take.action.php.

Giulia Cerqueti
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