25/06/2012
Una chiesa nigeriana presidiata dalla polizia dopo i recenti sanguinosi attentati contro obiettivi cristiani. Le fotografie di questo servizio, compresa quella di copertina, sono dell'agenzia Reuters.
Richiano la persecuzione. O, peggio, la morte. E' giusto che rimangano in Italia. Alcuni parlamentari del Pd hanno annunciato una richiesta urgente al ministero dell’Interno per evitare il rimpatrio dei
cittadini nigeriani cattolici che si trovano reclusi nel Centro di
identificazione e di espulsione romano di Ponte Galeria, a causa delle vessazioni e
degli attentati che rischiano di subire nel loro Paese. La notizia è giunta all termine della visita di alcune ore nel Cie
più grande d’Italia, in cui sono trattenuti molti cittadini di religione crisrtiana della Nigeria che attendono di essere imbarcati su un volo charter per esser riportati nella loro terra d'origine.
Si tratta di
uomini che non hanno commesso reati: sono per la maggior parte profughi della
guerra in Libia che non sono stati tutelati dalle commissioni territoriali per
l’asilo politico, dalle quali hanno ricevuto dei dinieghi alla richiesta di
protezione internazionale. La delegazione del Pd, composta dai parlamentari
Sandro Gozzi, Roberto Zaccaria, Luciana Pedoto, Letizia De Torre, Jean Leonard
Touadì, Andrea Sarubbi e dall’eurodeputata Silvia Costa, intende chiedere per
loro un permesso umanitario, in attesa che in Nigeria si plachi l’ondata di
violenza contro i cristiani. “Bisogna intervenire urgentemente su quei cittadini
nigeriani di religione cristiana che tornando nel loro paese rischiano di essere
uccisi e di subire torture” ha detto all’uscita dal Cie il deputato democratico
Jean Léonard Touadi.
Tra i nigeriani cristiani reclusi nel Cie di Roma c’è
anche Raymond Nnakawe, un nigeriano che ha denunciato una donna italiana per averlo truffato con la sanatoria del 2009, quando gli avrebbe
estorto 2500 euro senza procedere a regolarizzarlo. Raymond ha raccontato la sua
storia al Redattore Sociale, che è entrato nel centro di detenzione
amministrativa al seguito dei parlamentari. Secondo quanto afferma il lavoratore
nigeriano e quanto confermato dal suo avvocato, Raymond era andato in
commissariato a denunciare la truffa, ma è stato portato e trattenuto nel Cie
perché non ha il permesso di soggiorno. Un altro giovane, Samir, è un saharawi
del Polisario che, se rimpatriato in Marocco, rischia di essere torturato e
ucciso.
In questo momento, nel Cie di Ponte Galeria si trovano complessivamente 116 uomini e 60 donne.
FamigliaCristiana.it - RedattoreSociale.it