03/05/2013
Sono 100mila i bambini che in Italia devono fare i conti con la detenzione di mamma o papà: è così, con pochi minuti di tempo a disposizione, aree inadeguate, nessun programma di sostegno, che le visite in carcere aprono ogni volta nuove ferite, aggravate da pregiudizi e buchi neri del "sistema". Nasce da qui la proposta dello Spazio Giallo, un modello di accoglienza e supporto familiare di cui beneficiano già 10mila minori negli istituti penitenziari di San Vittore, Bollate e Opera (tutti nella provincia di Milano) avanzato da Bambinisenzasbarre, associazione impegnata in processi di accompagnamento psicopedagogico alla genitorialità con un'attenzione particolare ai figli colpiti dall'esperienza carcerario di uno o entrambi i genitori.
Con un sms solidale al 45507, fino all'11 maggio, c'è tempo per sostenere la loro causa così da rafforzare ed estendere la diffusione di nuovi Spazi Gialli all'interno delle carceri e avviare il Telefono Giallo, una linea dedicata a disposizione di tutte quelle famiglie che sono impreparate ad affrontare un percorso così complesso, sia dal punto di vista organizzativo sia da quello emotivo.
Come tutte le campagne, d'altronde, la raccolta fondi è solo una faccia della medaglia della questione che si intende sollevare; l'altra, quella per certi versi più importante, è volta alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica, nella convinzione che con un vasto consenso popolare le cose possano davvero cambiare. Ogni bambino ha diritto ad essere tale: è questo il motore che spinge l'azione di Bambinisenzasbarre. Solo passando da interventi di prevenzione sociale si riesce a dare continuità e rafforzare il legame con i genitori detenuti senza incorrere nel rischio che i comportamenti di questi ultimi vengano in qualche modo idealizzati e fatti propri dal minore. Dal punto di vista dei bambini, dunque, si fa leva sull'aiuto alla comprensione delle debolezze e degli errori commessi dai genitori, dall'altra, mamma e papà detenuti possono trovare una forte motivazione a non commettere nuovi reati per tornare a essere dei "modelli" positivi per i propri figli.
La quotidianità della lontananza aumenta esponenzialmente la fragilità psicologica dei soggetti costretti ad affrontarla per lo più da soli: i pregiudizi, il senso di vergogna, spesso anche le difficoltà economiche spingono i bambini con genitori in carcere verso la discriminazione e l'esclusione sociale.
Lo Spazio Giallo serve proprio a questo: offre la possibilità i intraprendere un percorso, un cammino, in compagnia di personale qualificato e "sensibile" sul tema. Psicologhe, psicopedagogiste, arte-terapeute sono la chiave per aprire nuovi orizzonti, fino a quel momento inesplorati.
Alberto Picci