Povertà, Acli: «È spread sociale»

«Ed è insostenibile», afferma Andrea Olivero commentando i nuovi dati Istat: oltre 8 milioni gli italiani sotto la soglia di povertà relativa (11,1%). «Ci vuole la patrimoniale».

18/07/2012
Questa fotografia e quella della copertina sono dell'agenzia Ansa.
Questa fotografia e quella della copertina sono dell'agenzia Ansa.

«Sta emergendo un enorme blocco sociale fatto di poveri e disoccupati che va considerato come la prima grande emergenza di questo Paese, con la quale bisogna assolutamente fare i conti. Non possiamo continuare a tollerare ancora, in Italia, la mancanza di una misura strutturale di contrasto alla povertà assoluta». Lo afferma il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, commentando i nuovi dati Istat sulla diffusione della povertà nel nostro Paese: 1 milione e 297 mila famiglie (il 5,2% sul totale) in condizione di povertà assoluta. Più del doppio – 2 milioni e 782 mila (l’11,1%) quelle in situazione di povertà “relativa”.

Foto Ansa.
Foto Ansa.

L’Italia è l’unico tra i Paesi dell’Europa a 15, con la Grecia, ad esser privo di una misura stabile per il contrasto della povertà.   Spiega il presidente delle Acli: «L’assenza di lavoro e la presenza di figli sembrano diventati i due fattori determinanti per lo scivolamento delle famiglie nella condizione di povertà. E’ una situazione intollerabile perché mina alle radici la possibilità di crescita e di sviluppo. E’ necessario intervenire da una parte con un piano straordinario per l’occupazione, a partire da quella giovanile; dall’altra con il varo di una politica fiscale finalmente a vantaggio delle famiglie con figli».

Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli. Foto Vision.
Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli. Foto Vision.

«La spending review – aggiunge Olivero – è doverosa: serve tra l’altro a impedire l’aumento dell’Iva. Ma non può essere un alibi per allargare ancora la forbice tra ricchi e poveri nel nostro Paese. Questa forbice va chiusa attraverso una politica di redistribuzione delle ricchezze, a partire da quella robusta patrimoniale che non si è voluta o potuta ancora fare in Italia. Se lo spread ci dice che la tenuta dell’economia è in crisi, i dati Istat ci dicono che è in crisi la tenuta sociale del Paese. Non si può intervenire sulla prima senza intervenire anche sulla seconda. Anche lo spread sociale è insostenibile».

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Postato da giogo il 20/07/2012 13:16

Il commento di Libero Leo è SEMPLICEMENTE SCANDALOSO, EGOISTICO, senza una minima parvenza di serietà e di valore economico, da bravo cristiano di cui lui da tempo ci fa capire di essere, dovrebbe semplicemente ritirarsi in un eremo solitario a meditare di tutte le castronerie dette. Già che ci siamo faccio un piccolo esempio(solo un esempio per carità non mi fraintendete) prendiamo come campione il beneamato(da pochi e da Leo)Berlusconi.. cosa sarà mai la sua rovina tassarlo per alcuni milioni di € annui visto il reddito che ha?? magari compri meno collanine e gioiellini vari con aggiunta di bustarelle a migliaia di € e diminuisca in numero dei bunga-burlesque...Libero prontamente dirà ma con i suoi soldini fa cio che gli pare, giustamente anche al sottoscritto però... A me simpatico(si fa per dire) Libero han diminuito la pensione di circa 100 € annui...dirai poca cosa, aggiungo in proporzione chi ha redditi ALTISSIMI se ne tragga le conclusioni. Comunque per quanto hai scritto se prima avevo qualche dubbio la certezza si fa strada...stai sfacciatamente difendendo il TUO grasso orticello... medita, medita. Saluti

Postato da Libero Leo il 20/07/2012 01:54

Sembra che Andrea Olivero auspichi la diminuzione, se non l’azzeramento, della “forbice tra ricchi e poveri” mediante una “robusta patrimoniale”. E’ ormai risaputo che una robusta patrimoniale contribuisce ad impoverire la nazione perché causa la fuga dei grandi capitali e di persone con grande iniziativa, blocca gli investimenti esteri in Italia, aumenta la disoccupazione, aumenta gli sprechi dello stato, disincentiva l’operosità e la sobrietà. In pratica alla lunga ci fa diventare tutti poveri. D’altra parte una robusta e prolungata patrimoniale tenderebbe ad azzerare la forbice tra ricchi e poveri, in quanto diventeremmo tutti poveri. Andrea Olivero sarebbe soddisfatto perché il suo obiettivo sarebbe raggiunto. Sarebbe contento anche il povero che, dopo aver lavorato il meno possibile e dopo essersi divertito il più possibile, vedesse povero anche chi ha lavorato molto ed ha condotto una vita sobria e dedicata alla famiglia. In definitiva, sarebbe un po’ come se Salomone avesse dato ragione alla madre invidiosa, che preferiva la morte del bambino, piuttosto che vederlo assegnato alla vera madre.

Postato da giogo il 19/07/2012 13:12

Lo stò ripetendo da tantissimo tempo "ci vuole la PATRIMONIALE" Colpirà i grandi capitali (finalmente) di cui fa parte ...la Chiesa, il Berlusca e tanti altri poveracci...aggiungo (da sempre) la vendita delle frequenze TV (stima 5 miliardi€) e bisogna fare in fretta caro Monti. Saluti

Postato da DOR1955 il 18/07/2012 15:13

Come da mio commento di qualche giorno fa a seguito di un artico a cura di tale "prof. moro" (economista de che?) il quale sosteneva che l'Italia "non va male nonostante Moody's" (e ho chiesto, inutilmente: "Ma dove vede segnali positivi prof. moro? Resto in attesa (sarà vana?) di risposte concrete!), l'articolo in oggetto mi sembra dia la risposta che cercavo. E cioè che prima ci liberiamo di economisti, parolai, politicanti da quattro soldi (anzi - molto cari per lo Stato), faccendieri, burocrazia e IPOCRISIA, prima usciremo da questa crisi. Ma sarà possibile con la sola arma del voto? Ho seri, ma molto seri, dubbi.

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