28/11/2012
Serena Sarra, primo premio di Ucare per la narrazione 2012
Imprenditore e consulente per il management di importanti
aziende italiane, Giancarlo Quarta ha lasciato un ricordo vivido di sé, del suo
senso di solidarietà e della capacità di ascoltare in particolar modo chi vive
una situazione di sofferenza. Quando scompare, nel 2004 nasce una fondazione
per ricordarlo e proseguirne l’opera, impegnandosi ad alleviare la sofferenza
emotiva dei malati gravi “curandone” il corpo biografico e privilegiando i temi
della relazione medico-paziente. Prendono vita così progetti di ricerca
psico-sociale, servizi di ascolto e condivisione dedicati ai malati e alle loro
famiglie. Nel 2008, poi, nasce il Progetto Ucare. Fin dalla sua inaugurazione,
il Progetto Ucare si è proposto di utilizzare la scrittura come canale
espressivo per aprire un confronto con chi ha percorso o sta percorrendo il
cammino della malattia. Rompere il silenzio che circonda la malattia,
valorizzando le esperienze umane e professionali dei medici attraverso la
narrazione, sottolineandone gli aspetti di relazione con i malati nel contesto
clinico e sociale. Il linguaggio universale dell’arte viene infatti individuato
come il più adatto alle finalità del progetto. Nel 2009 si tiene il primo
concorso, dedicato alle sceneggiature originali per il cinema. Quest’anno
infine il concorso è stato dedicato al tema della cura attraverso la narrazione
scritta, invitando i medici a inviare scritti inediti. La giuria, equamente
suddivisa tra autorevoli giornalisti, medici e scrittori e presieduta da
Corrado Augias, ha dovuto esaminare più di 100 elaborati prima di scegliere i
tre vincitori. Il commovente racconto “Tsunami” della giovane geriatra lombarda
Serena Sarra si è aggiudicato il primo premio: centro della narrazione i
sentimenti e le riflessioni di un uomo anziano, che vede lentamente sbiadire i
propri ricordi con il trascorrere del tempo. Il secondo premio è andato poi
alla specializzanda romana Chiara Fiorentino, autrice di “Lettoundici”,
racconto dedicato al senso di impotenza che si prova di fronte alla malattia e
affrontato in parallelo attraverso una giovane paziente e la giovane dottoressa
che la ha in cura. Sul gradino più basso del podio il lavoro di Salvatore
Vasta, specialista in anestesia e rianimazione che, con “L’ECG delle vocali”,
ha dato voce a un bambino le cui ferite affettive vengono “curate” da una
maestra. Forse sarà stato solo per qualche istante, ma anche quest’anno
si è rotto il silenzio che circonda la malattia.
Francesco Rosati