24/01/2012
Salviamo il paesaggio,
salviamo i luoghi del cuore. Il “grido di dolore” di tanti
italiani, stanchi della devastazione del territorio causata dalla
speculazione edilizia, ha preso la forma concreta di un grande
movimento nato dal basso, che ha già messo in rete 500 associazioni
in tutta Italia, con un obiettivo comune: fermare il consumo di suolo
libero e fertile, una risorsa ambientale preziosissima e non
riproducibile. E’ nato così lo scorso novembre il Forum Nazionale
Salviamo il Paesaggio-Difendiamo i Territori, al quale hanno già
aderito tutte le realtà ambientaliste storiche, da Italia Nostra a
Legambiente al WWF, e oltre 5000 soggetti individuali: architetti,
urbanisti, agricoltori, docenti universitari.
Le cifre del
consumo di suolo in Italia sono impressionanti.
Secondo stime del
Forum, negli ultimi trent’anni sono spariti sotto il cemento 6
milioni di ettari di suolo, quasi il venti per cento del nostro
territorio. Dal
1990 al 2005, secondo Legambiente, sono stati consumati mediamente
oltre 500 chilometri quadrati di territorio all’anno, un consumo
corrispondente al sorgere di tre città come Milano. La
Lombardia guida la classifica della cementificazione,
con il 14% di superfici artificiali sul totale della sua estensione;
seguono il Veneto con l’11% e la Campania con il 10 %. Intanto,
10 milioni di appartamenti restano vuoti, invenduti o sfitti.
La cementificazione è una
distruzione di bellezza, e già questo sarebbe grave; ma non c’è
solo questo.
Campi coltivati a regola d'arte. La speculazione edilizia aggredisce territori e paesaggi. Foto Ansa.
Il suolo coperto dal cemento diventa impermeabile e perde la funzione di drenaggio delle acque atmosferiche, esponendo il territorio ai disastri che ormai abitualmente, purtroppo, causano distruzione e morte in tante regioni italiane. La perdita di vegetazione impoverisce l’aria dell’ossigeno prodotto dalle piante, aumentando il tasso di inquinamento. Nel caso di perdita di suolo agricolo, si penalizza un settore che lungi dall’essere marginale per l’Italia è invece un patrimonio inestimabile di prodotti unici, che tutto il mondo ci invidia. Spesso i terreni coltivabili vengono sacrificati non solo per costruire edifici, ma anche per installare impianti fotovoltaici, che potrebbero essere invece applicati ad aree dismesse o a edifici industriali. Magari sotto la spinta di lauti incentivi, gli stessi agricoltori, pressati dalle difficoltà economiche, cedono i terreni al miglior offerente.
Gli obiettivi che si è dato il Forum sono tre: il censimento nazionale di tutte le costruzioni a qualsiasi titolo inutilizzate, nonché delle aree edificabili non ancora urbanizzate; moratoria di tutte le nuove edificazioni che comportino consumo di suolo libero; sensibilizzazione dei cittadini con una campagna nazionale che spieghi il valore del suolo come risorsa naturale e ambientale.
Ida Cappiello