24/01/2013
"Se vuoi essere forte devi unire le forze", dice Batuli Massawe, una donna di 46 anni che, da coltivatrice di funghi, si è trasformata in rispettata imprenditrice grazie ai programmi di formazione e al circolo virtuoso della solidarietà avviato dalla comunità di Morogoro, in Tanzania. In un Paese dove l'agricoltura è la principale fonte di sostentamento per la stragrande maggioranza della popolazione (due terzi degli occupati e metà del prodotto interno lordo), il settore agricolo è particolarmente "femminizzato", con più dell'80 per cento delle donne che, nelle zone rurali, prendono parte ad attività legate all'agricoltura.
Nonostante costituiscano la spina dorsale dell'economia tanzanese, molto spesso le donne sono escluse dal processo decisionale che influisce sulla loro vita quotidiana. Per porre rimedio a questa situazione, UN Women (Agenzia delle Nazioni Unite per la parità dei generi e il rafforzamento delle donne) e UNCDF (Fondo delle Nazioni Unite per lo sviluppo) hanno lanciato GELD (Gender Equitable Local Development), un progetto-pilota in partneriato con le autorità governative locali. La municipalità di Morogoro è stata scelta come testa di ponte dell'iniziativa, mentre Un Women ha svolto attività di counceling e si è assicurata che le risorse fossero utilizzate per i bisogni sia degli uomini sia delle donne. Il consiglio municipale di Morogoro, inoltre, ha invitato i gruppi delle donne a partecipare alle tante consultazioni municipali, tenutesi per decidere quali questioni legate al genere dovessero essere affrontate con il budget messo a disposizione.
In Tanzania, alle donne non è ancora permesso possedere della terra, accedere al credito e nemmeno ricevere un'educazione. "All'inizio quando partecipavamo alle consultazioni, era estremamente difficile indicare un solo problema in particolare, dal momento che le donne sono state mantenute in disparte per così tanto tempo", dice Emmy Kiula, 47 anni e madre di cinque figli, da sempre impegnata nell'attività di famiglia di conserve di frutta. Per 5 anni consigliera municipale di reparto, Emmy si è trovata di fronte innumerevoli barriere sociali. Come lei stessa ha ammesso, non era affatto sicura che il suo contributo alle consultazioni sarebbe stato preso seriamente in considerazione, perché "molte persone semplicemente non credono che ne valga la pena".
Con grande – e piacevole – sorpresa di Emmy, le consultazioni hanno avuto come risultato il primo progetto di sviluppo di trasformazione dei prodotti alimentari a Morogoro. "Avendo riunito persone di diverse comunità, ognuno ha avuto l'opportunità di parlare e indicare i bisogni primari della società, inclusa la trasformazione dei prodotti alimentari", dice Emmy. "Come risultato, abbiamo deciso di unire le nostre risorse in un fondo fiduciario per supportare le donne impiegate in questo settore così precario". Unendo le loro risorse, le 228 donne del nuovo fondo hanno investito più di 3 mila dollari, che da allora sono stati usati per concedere prestiti e organizzare workshop di pratiche agronomiche.
Avendo acquisito o migliorato le proprie conoscenze in materia, le donne di Morogoro assicurano che la qualità dei prodotti agricoli lavorati è significativamente migliorata in tutta l'area. Una qualità migliore ha fatto crescere la domanda di prodotti, a prezzo più elevato, e ha favorito l'ingresso delle donne sul mercato.
"Stiamo incidendo direttamente sulla comunità perché rispondiamo ai bisogni delle donne", afferma Emmy, nominata responsabile del fondo. "Teniamo periodicamente delle riunioni per verificare i progressi e decidere collettivamente come reinvestire i ricavi del fondo. E decidendo collettivamente riteniamo ognuno responsabile del nostro operato".
Proprio questo senso di proprietà collettiva giunge al cuore dello sviluppo della comunità. Le autorità locali di Morogoro hanno risposto alle sfide reali della propria comunità e hanno istituzionalizzato la leadership delle donne, mettendo a disposizione un budget impermeabile alle differenze di genere. Con l'aumento del guadagno, ora le donne sono tenute in considerazione e rispettate per il reddito che forniscono alle famiglie e, inoltre, si sentono più incoraggiate a far sentire la propria voce, contribuendo a rafforzare il circolo virtuoso. "La bellezza di tutto ciò risiede nel fatto che non abbiamo inventato nulla", dice la tesoriera Eshter Nathai Mufui. "Svolgevamo già prima quest'attività. Già prima sognavamo di stare in piedi sulle nostre gambe. Avevamo solo bisogno di una piccola spinta per prendere il nostro destino tra le mani".
Francesco Rosati