30/04/2012
È stato pubbblicato il Quaderno "Il caso S.S. 275. La
verità dei volontari", un'inchiesta che ripercorre in maniera dettagliata
e documentata la storia del progetto di allargamento della strada statale 275
nel tratto che collega Montesano Salentino a Santa Maria di Leuca, in Puglia.
Se è vero che strade, ponti, ferrovie sono lo specchio del modello di sviluppo
che si è scelto per un determinato territorio, allora in Salento c'è da
preoccuparsi. I lavori di ammodernamento, da fare, ma certamente sovradimensionati,
hanno attirato l'attenzione di chi ha a cuore il territorio e l'impatto
negativo che infrastrutture costruite in modo scriteriato hanno sul turismo e
sull'ambiente, le due principali risorse pugliesi.
I lavori prevedono una colata di asfalto che andrà a erodere
900 mila metri quadrati di campagna, per 4 corsie fino a San Dana, frazione di
Gagliano del Capo, e di 2 fino a Leuca, con conseguenze – secondo i volontari -
irrimediabili sull'intero patrimonio di architettura rupestre, siti
archeologici e beni culturali di valore tutt'altro che marginale. I redattori
dell'inchiesta sostengono che verranno abbattuti migliaia di ulivi secolari a
favore di cavalcavia, tunnel, viadotti alti 15 metri, una maxi rotatoria del
diametro di 450 metri tra le più grandi d'Europa e 19 svincoli in un tratto di
circa 30 chilometri.
Le associazioni ambientaliste attive sul territorio hanno
più volte protestato contro le numerose irregolarità che caratterizzerebbero un
investimento di 288 milioni di euro, che gode di un co-finanziamento del
Cipe
di circa 152 milioni e altri 135 milioni derivati dalle risorse Fas 2000-2006
della Regione. La critica più forte riguarda la presunta
inesistente competenza
in opere stradali della società Pro.Sal di Lecce, che ha ottenuto l’assegnazione
del progetto preliminare avvenuta peraltro senza bando di gara pubblica.
Un'operazione, dice il dossier, non proprio trasparente.
La domanda di fondo è: ma c'è davvero bisogno di un progetto
di questa portata per smaltire meglio il traffico? Non più, secondo i
volontari, perché il quadro di riferimento è cambiato con il fallimento del
distretto del Tac (tessile, abbigliamento, calzaturiero) di cui rimangono
alcune sparute aziende. Come si legge nel rapporto «gran parte del flusso,
infatti, si ferma molto prima di arrivare a Leuca, in quanto fino a Tricase si
esaurisce circa il 74% del traffico…significa che a sud di Tricase, passano nel
giorno medio 991 auto. Ovvero, spalmandole su 12 ore (anche se il giorno è di
24) significa che passano 1,38 macchine al minuto. Un dato che, evidentemente,
non regge la tesi della necessità di gestire un flusso cospicuo di mezzi».
L'impatto sul turismo. «L'offerta proposta in questi ultimi
anni…ha sapientemente intrecciato le richieste di turismo sostenibile del mercato
attuale, trasformando le bellezze e “pochezze” del Sud in peculiarità
affascinanti e, soprattutto, inimitabili. Un modello proprio, caratterizzato da
masserie sperdute, distese di ulivi cui fanno capolino muretti a secco e
tratturi, un mare pulito e tanta pizzica»: il progetto della Maglie-Leuca però
sembra proprio andare nella direzione contraria, ispirandosi a un modello
turistico da “Riviera romagnola” che preferisce mega-resort al posto di piccoli
e accoglienti B&B.
Secondo gli autori del dossier le critiche non sono sterili
perché esistono già sulla carta alternative meno impattanti: è il caso della
«cosiddetta strada parco di cui si parla nel Ptcp: una strada dalle dimensioni
decisamente ridotte rispetto ai 70 metri di larghezza della nuova 275 ma che,
al contempo, garantisce una maggiore fluidità del traffico, evitando
l'attraversamento dei paesi oggi invece interessati dal passaggio dell'attuale
strada. La “strada parco” rappresenta la principale alternativa proposta dai
comitati, consapevoli della necessità di ripensare il percorso che da Montesano
porta fino a Leuca attraverso l'attuale 275».
«L’obiettivo di questo Quaderno – spiega Luigi Russo,
presidente del CSV Salento – è molto semplice: svelare la storia del progetto,
le questioni aperte, i costi in termini amministrativi/finanziari, ambientali e
storico-archeologici. In una sola parola “divulgare” le informazioni, in modo
che un pubblico sempre più ampio conosca i fatti, al di là di ogni
mistificazione. Non c’è alcuna volontà polemica, né la volontà di mettere in
dubbio il lavoro fatto dalla Magistratura penale e amministrativa. Un lavoro,
quello pubblicato, che racconta una vicenda, un territorio e un progetto, da
più parti definito ‘sovradimensionato’, ponendo l'attenzione soprattutto su due aspetti, quello turistico e quello economico rispetto
a un investimento, quello dell'ammodernamento della Maglie-Leuca, che
comporta un consumo di territorio di circa 900 mila m² che sarà di 4
corsie fino a San Dana (frazione di Gagliano del Capo) e di 2 fino a Leuca. Ma
il Quaderno – e questo è un aspetto centrale per il Terzo Settore salentino -
mette in evidenza anche la criticità del rapporto tra i cosiddetti ‘poteri
forti’ e la cittadinanza attiva, in una società che tarda ad affermare il
principio della sussidiarietà, come previsto dall’art. 118 della Costituzione».
Alberto Picci