16/01/2013
Un appello che suona più come un monito. Ancora di più se rivolto alle forze politiche, impegnate in una campagna elettorale che, almeno per il momento, sembra aver bandito dal dibattito i temi della cooperazione internazionale allo sviluppo, e più in generale delle linee di politica estera che l'Italia, all'interno dell'Europa e degli organismi internazionali, dovrebbe perseguire. Per questa ragione, tantissime Ong e Onlus italiane (Aidos, AnlaDi, Arcs-Arci, Associazione Ong italiane, Cini - Coordinamento italiano network internazionali, Cmsr, Coasic, Cocis, CoLomba, Comunità Papa Giovani XXIII, Conger, Congass, Cospe, Dokita Onlus, Focsiv, Gcap Italia, Ipsia-Acli, Link 2007 - Cooperazione in rete, Mani Tese, Oxfam Italia, Osservatorio italiano sull'azione globale contro l'Aids e molte altre) in qualità di rappresentanti della società civile hanno rivolto, il 14 gennaio 2013, un appello alle istituzioni e alla politica intitolato "La cooperazione internazionale allo sviluppo: tessuto connettivo della comunità globale". "Nel mondo attuale diritti, responsabilità e interessi assumono dimensioni globali, facendo sparire la distinzione tra istanze nazionali e processi internazionali", recita l'appello. "Per questo crediamo che qualsiasi partito o coalizione sia chiamata a governare l'Italia nella prossima legislatura debba attuare una migliore e più coerente politica globale di sviluppo". Pertanto, in quanto attive promotrici di un mondo più equo e sostenibile, sostenitrici di pace, solidarietà ed equità sociale, difensori dei diritti di donne e bambini, moltissime associazioni no profit italiane chiedono a gran voce che la cooperazione internazionale allo sviluppo diventi la componente qualificante delle relazioni internazionali dell'Italia, più che l'impiego delle forze militari all'estero. Si tratta in sostanza di operare una vera e propria trasformazione culturale per aprirsi alle sfide globali del mondo odierno e riconoscere che il sistema di relazioni e di soggetti impegnati nella solidarietà e nella cooperazione internazionale sono la vera forza del nostro Paese.
L'appello consta di 10 punti, per avviare nuove politiche, attivare nuovi strumenti e utilizzare nuove risorse. Innanzitutto conferire nel nuovo Governo un'ampia delega sui temi della cooperazione internazionale allo sviluppo a un alto referente politico; portare a termine la riforma legislativa della cooperazione italiana, accogliendo le proposte scaturite dal Forum della cooperazione di Milano nell'ottobre 2012; favorire il coordinamento nazionale delle iniziative di cooperazione internazionale valorizzando il contributo della società civile; dal 2014 riallineare progressivamente il piano di aiuti italiani alla cooperazione internazionale come concordato in sede internazionale; partecipare più attivamente alla definizione e attuazione della cooperazione europea; riduzione della produzione e vendita degli armamenti, reinvestendo le risorse in politiche di coesione sociale e cooperazione internazionale; dedicare una quota considerevole dei fondi del Decreto per le missioni internazionali di pace a progetti proposti dalle Ong, in particolare per quanto riguarda l'aiuto umanitario; destinare alle politche sociali nazionali il gettito di una tassa sulle transazioni finanziarie, aumentandone l'entità; rimozione della barriere fiscali, normative e burocratiche che ostacolano l'impegno della società civile nella realizzazione dei programmi di cooperazione internazionale; rispettare gli impegni sulla trasparenza presi dall'Italia al Forum sull'efficacia degli aiuti di Busan, attraverso la completa pubblicazione delle risorse utilizzate per la cooperazione internazionale allo sviluppo, risultati raggiunti compresi.
I 10 punti dell'appello trasmettono quindi un messaggio perentorio: è arrivato il momento di trasformare la politca estera italiana.
Francesco Rosati