28/09/2012
Kalongo, nord dell'Uganda. Da queste parti si stima che ogni
mille abitanti nascano ogni anno 47,38 bambini. Un tasso di natalità altissimo,
cui, peraltro, fa da contraltare, un tasso di mortalità infantile, per neonati
di età inferiore all'anno, che conta 61,22 vittime ogni mille nati vivi. La
salute, dunque, da queste parti è un'emergenza vera a cui è destinato circa
l'8,2% del Pil nazionale che comunque non è sufficiente a soddisfare i bisogni
della popolazione: tanto per citare alcuni dati significativi, che danno l'idea
dei servizi su cui possono contare i pazienti ugandesi, i posti letto
ospedalieri sono 0,39 ogni mille abitanti, c'è una densità di medici di 0,117
ogni mille abitanti, la speranza di vita alla nascita si assesta intorno ai
53,45 anni, con una leggera prevalenza delle donne rispetto agli uomini. Un
quadro disarmante, peraltro comune a molti Paesi africani, che PiC vuol provare
a cambiare: da qui, l'idea di sviluppare e rendere operativa una piattaformaweb altamente intuitiva anche per le persone più
digiune di conoscenze informatiche attraverso cui dare il proprio contributo,
sia offrendo tempo e competenze sul campo, cioè offrendosi come volontari, sia donando in modo istantaneo e con la
consapevolezza che i fondi diventeranno immediatamente disponibili per
alimentare il progetto del Dr. Ambrosoli Memorial Hospital e della collegatascuola ostetricia di Kalongo St. Mary’s Midwifery. La Fondazione Ambrosoli,
dunque, costituita nel 1998 ad opera dei missionari Comboniani e della famiglia
di padre Giuseppe Ambrosoli con l'obiettivo di "garantire al maggior
numero di persone l’accesso a servizi sanitari di qualità – in particolare alle
fasce più povere e vulnerabili – e contribuire concretamente al miglioramento
delle condizioni di vita e di salute della popolazione del nord
Uganda", può contare su un partner di sicuro affidamento come PiC: e
pensare che per regalare una visita ambulatoriale completa oggi basta un clic
del valore di 5 euro.
«Aiuta con PiC è nato da un sogno: quello di ideare un’iniziativa di responsabilità sociale in grado di creare una rete di aiuto a sostegno delle popolazioni più disagiate» ha dichiarato Francesca Catelli, Vice President Communication & Corporate Image Artsana Group. E ancora: «La partnership tra PiC Solution e la Fondazione Ambrosoli nasce già nel 2011, il portale Aiutaconpic.com è una dimostrazione dell’impegno del Gruppo e un ulteriore passo avanti nel supportare l’attività del Dr. Ambrosoli Memorial Hospital e della St. Mary's Midwifery School, offrendo una risposta ai bisogni emergenti». «La forza di un brand – continua Elena Crespi Direttore Generale della Business Area Health & Beauty Care - risiede anche nella capacità di creare ‘valore comune’ e per farlo occorre chiedersi cosa è veramente significativo per il proprio mondo di riferimento e tradurlo in un’azione concreta: queste le premesse dalle quali è stato ideato il progetto».
«Siamo particolarmente entusiasti di questo progetto - afferma Giovanna Ambrosoli, Vice Presidente della Fondazione Dr. Ambrosoli - che crediamo possa contribuire concretamente al raggiungimento degli obiettivi della Fondazione, nello spirito della nostra missione: garantire al maggior numero di persone l’accesso a servizi sanitari di qualità - in particolare alle fasce più povere e vulnerabili - contribuendo al miglioramento delle condizioni di vita e di salute della popolazione del nord Uganda».
L’impegno di PiC Solution a favore del Dr. Ambrosoli Memorial Hospital passa anche attraverso la farmacia; permettendo così alle persone meno “digitali” di prendere parte in prima persona all’iniziativa.
Dal 1° novembre al 31 gennaio, infatti, ad ogni acquisto di una confezione di cerotti PiC Solution, l’azienda donerà una siringa al Memorial Hospital. Una siringa in Uganda significa molto: vaccinazioni per bambini e adulti, prelievi di sangue, trattamenti endovena ed intramuscolo, anestesia per le operazioni e molto altro ancora.L’obiettivo di PiC è di arrivare a fornire 100.000 siringhe e coprire, così, una parte importante del fabbisogno dell’Ospedale
Alberto Picci