30/03/2013
Ha circa tre mesi di vita ma già un’agenda fitta di impegni: è Informatica solidale, una Onlus milanese fondata a gennaio da un gruppo di dodici professionisti dell’hi-tech col pallino del sociale e tanta voglia di mettere in gioco le loro competenze. Con quali obiettivi, lo chiarisce il nome: usare l’informatica per aiutare il non profit a lavorare meglio e per aiutare le persone più fragili. L’analfabetismo informatico è ancora molto diffuso nel non profit, soprattutto nelle piccole associazioni di volontariato.
Secondo il Rapporto 2012 della Fondazione Think!, le organizzazioni con meno di venti volontari hanno un accesso alla tecnologia limitato: molte persone non sanno neanche usare la posta elettronica. Tra poco, il censimento dell’Istat ci dirà di più; intanto, solo il 57% delle organizzazioni non profit ha restituito per via telematica il questionario statistico. Chi conosce questo mondo sa che la difficoltà più grande non è economica: infatti, sia i computer che i programmi sono reperibili facilmente a costi bassissimi (con TechSoup Italia, per esempio, alcuni tra i software più diffusi si possono avere al 5% del prezzo di mercato, senza contare il software libero). Il problema è soprattutto culturale, complice l’età media dei volontari, non proprio giovanissimi.
È su questo fronte che Informatica solidale vuole agire: uno dei progetti in fase di lancio riguarda proprio la formazione e la consulenza. Lo spiega il neopresidente, Claudio Tancini: «Stiamo realizzando un documento di base, che metteremo a disposizione delle associazioni, con le linee guida e i consigli più richiesti riguardo al software necessario per realizzare le newsletter, la raccolta fondi online, e altro ancora. Consigliando sempre, ove possibile, prodotti gratuiti o low cost». Se serve assistenza, entrano in scena i volontari esperti per risolvere problemi anche semplici, ma che richiedono qualche giorno di lavoro; nei casi più complessi, dove il volontariato non può arrivare, Informatica solidale consiglierà servizi professionali offerti da cooperative sociali partner: un primo accordo è già operativo con la coop B adelante dolmen. «Rispetto ai partner - conclude Tancini - noi ci poniamo come garanti di un servizio a pagamento che deve essere in linea con la nostra visione».
Il modello operativo adottato da Informatica solidale è una forma mista di tre strumenti: volontariato puro; servizi commerciali ma ad alto contenuto di solidarietà (anche perché le cooperative fornitrici impiegano persone svantaggiate); infine, coinvolgimento di aziende profit, questa volta anche grandi multinazionali del settore tecnologico, impegnate nella responsabilità sociale. L’obiettivo è la sostenibilità economica dei progetti che richiedono risorse professionali.
Gli altri due progetti ai nastri di partenza sono Nonni web 2.0, corsi di informatica di base per over 60 integrati dalla palestra post corso (perché i dubbi arrivano sempre a corso finito…) e il progetto Telecare, piattaforma tecnologica per la cura domiciliare a distanza: tra gli strumenti, un bracciale elettronico collegato alla rete wireless, che misura la pressione in orari stabiliti e invia il dato alla struttura sanitaria prescelta, oppure manda un segnale in caso di caduta.
La onlus avrà una sede fisica, perché anche nell’era delle comunicazioni virtuali una stretta di mano rimane insostituibile. Si troverà a Milano, in via Miramare 9, presso una delle case del volontariato messe a disposizione dal Comune: stana con scrivania, telefono, internet e sala riunioni condivisa. Inizialmente, sarà aperta tre giorni alla settimana.
Per approfondire o chiedere assistenza tecnologica: www.informatica-solidale.net, oppure scrivere a: info@informatica-solidale.org
Ida Laura Cappiello