30 marzo 2011
Nel Natale del 1966 un piccolo gruppo di 13 persone disabili e un giovane prete, don Franco Monterubbianesi, cominciano la loro avventura in una vecchia villa abbandonata nella campagna di Fermo. Rapidamente molti altri ragazzi e ragazze sceglieranno di vivere in Comunità. Nel '70 i membri sono oltre 100. Oggi Capodarco è presente in 14 città italiane di 11 regioni, ne fanno parte centinaia di persone tra comunitari, volontari, obiettori di coscienza, operatori.
Alla base del progetto della Comunità c'è il concetto di "liberazione individuale e collettiva di coloro che non sono tutelati". Tra i principi, il rifiuto dell'atteggiamento pietistico nei confronti di chi è in difficoltà e il superamento di ogni assistenzialismo; lo stile della condivisione, del coinvolgimento profondo nella storia dell'altro; la territorialità dell'intervento per evitare di chiudersi nella propria struttura.
Pur restando la disabilità la principale area di impegno, negli anni la Comunità ha attivato risposte di accoglienza per l'infanzia in difficoltà, la malattia mentale, la tossicodipendenza e altri tipi di disagio sociale. In totale le persone accolte ogni anno sono circa 1.400. Capodarco ha anche promosso interventi internazionali, attraverso una apposita ong, in Ecuador, Albania, Kosovo, sempre con una specifica attenzione ai disabili.