Ad Auschwitz per dire no al razzismo

La Comunità di Sant'Egidio accompagna duemila giovani dell'Europa orientale e dell'Italia nei campi di sterminio per combattere l'odio razziale e ogni forma di violenza.

21/09/2012
Il manifesto dell'iniziativa
Il manifesto dell'iniziativa

Un pellegrinaggio della memoria per contrastare i germi di razzismo che vanno diffondendosi ancora oggi. Per questo la Comunità di sant’Egidio ha deciso di portare duemila giovani dell’Europa centro orientale ad Auschwitz.

Il pellegrinaggio, che ha preso avvio oggi si concluderà il 23 settembre. Si tratta del terzo incontro internazionale Giovani europei per un mondo senza violenza. I giovani, provenienti da Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Ucraina, Ungheria, oltre che dall'Italia, sono stati preparati da due anni di lezioni, seminari di approfondimento, incontri con testimoni, filmati. Ai corsi hanno partecipato circa 60mila studenti di scuole e Università. Una loro rappresentanza, in questi giorni, sta visitando i campi di concentramento.

«Sant’Egidio», spiega Mario Marazziti, portavoce della Comunità,«è radicata da più di venti anni nei Paesi dell’Europa centro-orientale e svolge attività di solidarietà con le fasce più deboli della popolazione (senza dimora, anziani soli, bambini in istituto, Rom). Abbiamo pensato di rivolgerci in particolare ai giovani per contrastare le manifestazioni di antisemitismo, antigitanismo, xenofobia e razzismo. Siamo preoccupati per i dati sugli episodi di violenza e di discriminazione che stanno crescendo in Europa».

Il programma prevede l’incontro con alcuni testimoni tra i quali Rita Prigmore, una donna sinti di Würzburg (Germania), vittima degli esperimenti medici nazisti; Bela Varga, internato con la sua famiglia nel ghetto di Szolnók (Ungheria); Zeev Tibi Ram, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Domani, dopo aver visitato il museo del campo di Auschwitz, i giovani deporranno ghirlande di fiori al monumento memoriale delle vittime del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, e proclameranno nelle varie lingue l’appello per un mondo senza violenza.

Annachiara Valle
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Postato da Teresi Giovanni il 21/09/2012 15:06

Desidero far conoscere ai giovani lettori questa mia lirica dedicata ai caduti nei campi di sterminio di Auschwitz affinché tale ignominia, che ha macchiato di orrenda morte la storia, non si ripeta mai più. “ERO SOLO UN NUMERO” Ero solo un numero/tra tanti numeri./Un numero dispari …/Che importa! non lo rivelo/per rispetto dei numeri dimenticati./Anche la cella aveva un numero: 217/ L’inferno era lì ad Auschwitz./Quel numero conteneva tanti numeri/pari al numero dei reclusi;/uomini uguali a zero/nel disprezzo senza dignità./Un numero impresso sul braccio:/un marchio d’animali./Tanti numeri sono stati cancellati,/tanti anni son passati./Odiavo il mio numero, ora non più/perché un numero primo superstite/ testimone degli altri numeri seppelliti,/volatilizzati; numeri reali/nel macabro calcolo del razzismo./Erano solo dei numeri in attesa della morte/che l’odio, la storia non ha soppresso/perché angeli della verità. Giovanni Teresi Premio alla Cultura XVI Concorso Internazionale di Poesia Città di Eboli -2012

Postato da Andrea Annibale il 20/09/2012 19:14

Oggi riflettevo su questo: il cristiano ha dei nemici? Dal punto di vista dei nemici, sì, alcuni considerano i cristiani una presenza ostile. Ma un cristiano, nel suo cuore, dovrebbe non avere nessun nemico. Non siamo chiamati alla gloria della carità verso tutti? Anche quando lottiamo per un mondo più giusto, come hanno fatto i Partigiani cristiani e i soldati cristiani anglo-americani contro il nazifascismo, non serbiamo nel cuore sentimenti di odio e di disprezzo per nessuno. C’è però una violenza giusta da utilizzare contro gli arroganti, i prepotenti, gli usurpatori della libertà e della democrazia, gli uccisori della giustizia. Senza odiare nessuno, il cristiano si batte per degli ideali. Con le parole e con le opere che Cristo stesso ci ha insegnato. Senza il ritorno del Salvatore, alcune cose non sono possibili con le sole nostre forze, lo sappiamo. Ma non possiamo smettere di essere operatori di pace e portatori di amore verso tutti. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

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