Gioco d'azzardo, la politica squallida

Alla prossima tornata elettorale del 24 e 25 febbraio, la politica degli ultimi 20 anni dovrà essere valutata anche su come ha affrontato e intende affrontare questo argomento in Italia

02/01/2013


In riferimento all’articolo «Stop alle vincite del “vincere facile”», apparso sul n° 52 di Famiglia Cristiana del 23 dicembre scorso, pubblichiamo una lettera aperta che ci ha inviato monsignor Alberto D’Urso, Vice-Presidente della Consulta Nazionale Antiusura.


Candore, stupore, meraviglia sono termini che nel periodo di Avvento e di Natale dovrebbero trovare alte e significative declinazioni. Invece, ancora una volta la politica si dice stupita se la società civile si schiera apertamente contro chiedendo alle Istituzioni di porre un argine serio e risolutivo alla piaga del gioco d’azzardo (che meglio chiamerei solo “azzardo” perché gioco non è) che ormai miete vittime quotidianamente. Accendere i riflettori, richiamare l’attenzione della politica su questo argomento crea maggiore disagio e stupore proprio quando interviene chi ha deciso di far valere il peso del suo incarico tecnico per senso di responsabilità e per salvare il Paese dal “baratro”.


Mons. Alberto D’Urso, Vice-Presidente Consulta Nazionale Antiusura
Mons. Alberto D’Urso, Vice-Presidente Consulta Nazionale Antiusura

Già, ma quale baratro? Quello economico, finanziario, morale, etico, sociale? Finora la politica ha mostrato “i muscoli” con le categorie più deboli: alle parole equità e rigore è riuscita a dare sfogo solo alla seconda con interventi pesanti sulla vita delle famiglie. Con le grandi lobby, invece, la politica si è palesata da sempre accondiscendente senza, perciò, mostrarsi mai seriamente stupita. Una di queste lobby è certamente quella del gioco d’azzardo che, con interventi sommersi e di dubbia provenienza, ha confermato di non accettare compromessi, battute di arresto e persino confronti. La lobby dell’azzardo da sempre è presente nelle stanze del potere.



Non è un segreto che ancora una volta, per mano di due senatori in Commissione Bilancio al Senato, qualche settimana fa, è stato deciso di immettere nel mercato altre 1.000 nuove concessioni (poker live) tentando anche di dare uno stop alla già vacillante Legge di Conversione del Decreto Balduzzi che innegabilmente per la prima volta scrive in una legge la parola gioco d’azzardo connotandola negativamente. Eppure alcune Associazioni di volontariato che operano nella società civile avevano dato precise indicazioni su come contrastare e regolamentare il gioco d’azzardo in Italia soprattutto nelle sue forme problematiche e patologiche.



Tra l’altro la Consulta Nazionale Antiusura con l’istituzione del Cartello “Insieme contro l’Azzardo” così come altre realtà socio-assistenziali di ispirazione ecclesiale e non, si sono messe con umiltà e spirito di collaborazione a disposizione delle Istituzioni. In eventi pubblici, più volte è stato incontrato da nostri rappresentanti e da membri di altre associazioni, proprio il ministro dimissionario Balduzzi, il quale si è sempre pronunciato positivamente, almeno negli intenti, con le richieste della società civile. La realtà però che subito dopo è emersa è stata molto diversa da quanto ci si sarebbe aspettato da un Governo improntato all’equità e al rigore. Tanto per fare un esempio, ricordiamo ancora la questione delle distanze delle sale gioco dai centri sociali: prima 500 metri, poi 200 metri per finire con il termine “in prossimità”, modifica che provocherà non pochi strascichi giudiziari.



Per continuare, nella Legge 189/12 viene subordinata la rilocalizzazione delle sale gioco compatibilmente con gli interessi di settore! Non è dato comprendere quali possano essere gli interessi di settore rilevanti che possano prevalere sulla salute di oltre un milione di giocatori patologici e di oltre 6 milioni tra familiari e amici che ne soffrono i riflessi negativi. In queste ultime settimane stiamo scoprendo in realtà quali siano gli “interessi di settore”. Dalle notizie diffuse su vari quotidiani nazionali, sta emergendo che la politica è sempre più coinvolta nel settore del gioco d’azzardo. Politici che sottraggono risorse al sociale per consumarle alle macchinette mangiasoldi; che promettono di togliere tasse (IMU) aumentando l’offerta di giochi avendo diretti loro interessi nel settore; che si fanno “foraggiare” per organizzare manifestazioni di piazza piuttosto che cene di partito, campagna elettorale e altre manifestazioni che indiscutibilmente rivelano degli interessi trasversali di dubbia liceità.

In questa ottica appare evidente che la tutela dei minori e delle categorie più disagiate è secondaria, senza parlare di un’altra esperienza che ci fa pensare che ciò che è uscito dalla porta rientra poi dalla finestra. Mi riferisco alla pubblicità ingannevole che non vede più come protagonisti i giocatori ma le società di calcio che trasmettono sulle magliette messaggi molto precisi e pericolosi. Non bisogna stupirsi se un settimanale come Famiglia Cristiana, che dà voce alla società civile, denuncia la scarsa attenzione della politica nell’affrontare il tema dell’azzardo. Alla prossima tornata elettorale del 24 e 25 febbraio, la politica degli ultimi 20 anni dovrà essere valutata anche su come ha affrontato e intende affrontare questo argomento in Italia.

Mons. Alberto D’Urso, Vice-Presidente Consulta Nazionale Antiusura
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Postato da Riccardmont il 03/01/2013 11:34

Caro Mons. Alberto D'Urso Va benissimo l'articolo, farebbe ancora più prezioso lavoro se facesse i nomi ed i cognomi e l'appartenenza di partito dei due senatori. Lo consideri un dovere da fare per proteggere i più deboli. E magari anche le lobby che vi sono dietro. Grazie.

Postato da DOR1955 il 02/01/2013 15:19

I parlamentari, da soli, non fanno o disfano leggi senza che il governo le avvalli o no. Come risaputo questa decisione (quella di aprire 1.000 nuove sale giochi) era stata presa dall'ultimo governo Berlusconi e tenuta in stand-bay dall'auto decaduto governo Monti. La domanda che mi pongo e pongo ai sostenitori (tutti, laici e consacrati) di Monti prossimo pretendente presidente del consiglio è questa: " E' da demonizzare più la scelta del governo Berlusconi di voler aprire dette 1.000 sale giochi o la decisione di rendere esecutiva tale provvedimento da parte del governo Monti?)". Mi sembra tanto la famosa questione "pelosa" del se "è venuto prima l'uovo o la gallina". Personalmente, per non dover scegliere chi dei due "buttare" per primo dalla torre, sceglierà di certo un altro candidato. Meno ipocrita!

Postato da santrev il 02/01/2013 13:47

La campagna promossa da ACLI, ADUSBEF, ALEA, ANCI, ANTEAS, ARCI, AUSER, Avviso Pubblico, CGIL, CISL, CNCA, CONAGGA, Federconsumatori, FeDerSerD, FICT, FITEL, Fondazione PIME, GRUPPO ABELE, InterCear, LIBERA e UISP sottolinea, in particolare, la gravità del provvedimento che sblocca l’apertura di 1000 sale per giocare a poker nelle nostre città, una decisione che era stata assunta dal precedente Governo BERLUSCONI e che l’Esecutivo in carica aveva tenuto in stand-by. Ancora una volta, grazie anche all’intervento del PDL che ha presentato un emendamento ad hoc, la lobby dell’azzardo stravince. Sto parlando dell'ultimo giorno di vita del governo Monti. Mi chiedo ma che cosa ci trovano le organizzazioni come Comunione e Liberazione che tanto si prodigano per sostenere Silvio Berlusconi? Sarebbe il PDL il partito che meglio rappresenta i cattolici? Certo che il silenzio sulla questione a cui abbiamo assistito in questi giorni proveniente dai palazzi vaticani é disarmante. Ma chi rappresentano quei signori che si nascondono nei loro palazzi dorati? La chiesa? Noooooo, quella é un'altra cosa!

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