11/10/2012
Un ragazzino si sottopone all'esame della vista in Nepal, a Lahan, presso un'ospedale all'avanguardia gestito da Cbm (Chistian blind mission, Missione cristiane per i ciechi nel mondo). In copertina, la dottoroessa Rinki Kuman Singh al lavoro. Le foto di questo servizio sono di Severino Marcato
E' un mondo, che suo malgrado, vive, più spesso: a sopravvive, a occhi spenti. Trascinando esistenze affondate nel buio. Circa un milione e mezzo di bambini hanno patologie agli occhi che li rendono ciechi o quasi: 1 milione si trova in Asia, 300 mila in Africa, gli altri sono sparsi nei restanti continenti. Un dato allarmante, che diventa inaccettabile se si pensa che nel 40 per cento dei casi (le stime sono dell’Organizzazione mondiale della sanità) la cecità potrebbe essere evitata con interventi mirati. Invece, no: ancor oggi, purtroppo, ogni minuto un bambino diventa cieco. Basterebbe una diagnosi precoce per curare le principali cause che riducono o annullano la vista. Nei Paesi in via di sviluppo il 60 per cento dei bambini che diventano ciechi muore entro 1 anno dal momento in cui ha perso la vista.
Accanto alla cecità vera e propria, preoccupa il quadro delle disabilità visive: le stime dell’Oms indicano che ne soffrono oltre 19 milioni di bambini. Fra questi, 12 milioni arrivano alla disabilità a causa di errori refrattivi facilmente diagnosticabili e correggibili. Anche una semplice miopia, quindi, che potrebbe essere corretta con un paio di occhiali, spesso impedisce ai bambini di frequentare la scuola e diventa causa di discriminazione sociale ed isolamento. Le principali cause di disabilità visiva, a livello mondiale, sono appunto gli errori refrattivi (43 per cento), la cataratta (33 per cento, a sua volta causa del 51% dei casi di cecità) e il glaucoma 2 per cento.
Intervento agli occhi in Nepal.
«La cecità è un dramma le cui cause, nell'80 per cento dei casi, possono essere prevenute e curate», afferma il professor Mario Angi, presidente di CBM Italia. «Gli
interventi di prevenzione genererebbero enormi vantaggi nella qualità
della vita delle persone disabili, oltre ad un risparmio per tutti in
termini di minori costi sociali. Per questa ragione non possiamo perdere
tempo: con un piccolo aiuto da parte di tutti possiamo sconfiggere la
cecità e la disabilità visiva».
Curare una cataratta oppure comprare un paio di occhiali, fondamentali
per corregge una miopia. Pura “routine” nella parte più sviluppata e
opulenta del pianeta: Europa, America del Nord, Australia. Una rarità,
purtroppo, nelle altre aree del globo, Asia ed Africa in primo luogo. La
carenza di questi semplici servizi e strumenti, secondo i dati
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, diventa un fattore di rischio
per milioni di bambini nei Paesi in via di sviluppo.
La lotta alla cecità infantile evitabile è l’obiettivo di “Apriamo
gli occhi”, la campagna di CBM Italia onlus, che ha l’obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica attorno a questi temi. La campagna può essere sostenuta inviando un sms al 45502. I
fondi raccolti con la campagna contribuiranno a sostenere i progetti di
lotta alla cecità di CBM in 12 Paesi in cui il fenomeno è più acuto:
Etiopia, Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Tanzania,
Kenya, Uganda, Haiti Bolivia, Brasile, India, Nepal. I medici di CBM
potranno così realizzare operazioni per i bambini delle famiglie più
povere, allestire cliniche oculistiche mobili e attività di screening
per seguire i minori che vivono nelle aree più remote e non hanno la
possibilità di raggiungere gli ospedali nelle città. Inoltre grazie ai
fondi raccolti dalla campagna saranno distribuiti 10.000 paia di
occhiali per bambini.
Alberto Chiara