07/10/2010
L'attore Alessandro Bergonzoni.
“Un cavallo che vale lo danno vincente, un uomo in coma lo danno per perso. Io punto tutto sui risvegli”. E’ uno degli slogan che Alessandro Bergonzoni pronuncia in uno spot per promuovere le attività della “Casa dei Risvegli Luca De Nigris” il centro per persone in stato di coma inaugurato il 7 ottobre 2004 a Bologna presso l’ospedale Bellaria, e frutto di un progetto dell’associazione “Amici di Luca e dell’azienda Usl di Bologna. Un centro pilota unico in Italia che si distingue per la nuova modalità di assistenza offerta, incentrata sulla famiglia e lo studio multidisciplinare.
Il 7 ottobre si celebra la “Giornata nazionale dei Risvegli per la ricerca sul coma”, giunta ormai alla sua XII edizione. E’ un appuntamento, spiega l’associazione “Gli amici di Luca”, coorganizzatore dell’iniziativa, che vuole dare voce alle tante famiglie che vivono la condizione di un parente in coma e stato vegetativo, a quanti convivono con disabilità anche molto gravi a seguito di un insulto cerebrale. Il ricco programma della giornata (vedi www.amicidiluca.it) si conclude alle ore 21 con lo spettacolo teatrale di Bergonzoni “Serata dedicata a chi”.
L’attore bolognese spiega così il suo partecipazione, non solo come testimonial, dentro l’associazione: “E’ un impegno che mi sono preso non per motivi personali. Non avevo parenti o amici coinvolti in queste situazioni. Volevo conoscere un po’ di più questo mondo poco noto, anche attratto dai temi del corpo, dell’assenza e della presenza, del silenzio, anche dal punto di visto artistico. Sono conosciuto come un attore che lavora con la parola, ma io sto facendo un altro percorso. La mia è una ricerca interiore. Se vuoi, un risveglio”.
“Gli studi che si fanno sulle persone in coma o sugli stadi vegetativi”,aggiunge Bergonzoni, “sono ancora relegati alle forze che ha l’ospedale, alla volontà che ha il genitore di seguire il figlio, ma non c’è un monitoraggio e un’assistenza come, per esempio, esiste per pazienti di tumore, dove abbiamo il massimo della conoscenza. Ed emerge che c’è ancora tutto da scoprire sulla mente del paziente comatoso. Glie specialisti ammettono che non sanno dov’è la coscienza, intesa sia come stato di coscienza che come coscienza ulteriore”.
“Del caso Eluana mi ha rattristato che si fossero formate delle parti in guerra tra loro, il pressappochismo e il dogmatismo ideologico di tutti. Sono in tremendo marasma, sono bombardato dai dubbi, perché ho scoperto che nel momento del danno cerebrale, o della malattia in genere, conosci realtà che nella lucidità della salute non conosci. E allora?”.
Allora, come ha scritto di recente l’attore intervenendo sul tema: “Se prima di staccare la spina, sfiorassimo la trascendenza della rosa…”.
Alberto Laggia