06/03/2013
Storie di emigranti reggini, uomini e donne che hanno lasciato la loro terra per cercare fortuna da qualsiasi altra parte, senza perdere mai il senso di essere meridionali. Una bussola che non può fare a meno di puntare sempre e comunque a Sud, là dove tutto ha avuto inizio, là dove un giorno si immagina di poter tornare. Le loro testimonianze sono diventate un libro e un documentario per raccontare il disagio di chi parte e di chi resta. Oggi più di ieri, quando i loro nonni avevano intrapreso le medesime rotte, l'emigrazione passa nell'indifferenza totale. Con rassegnazione. Come fosse inevitabile. Il Progetto Sud Altrove promosso dall'associazione LiberaReggioLAB suona come un monito nei confronti di chi si arrende, di chi dimentica, di chi dovrebbe prendere delle decisioni e le rimanda per interessi personali, per paura, per ignoranza.
Storie, si diceva, ma anche numeri che fanno paura. Perché questo progetto ha consentito di fare il punto sull'emigrazione del popolo del Sud. Un Sud che per la prima volta nel 2012 ha dovuto fare i conti con la nascita di un numero di persone inferiore rispetto a quante ne sono morte. La chiamano decrescita, e a queste latitudini è una novità che allarma. Un segnale di pessimismo che non lascia presagire nulla di buono per il prossimo futuro anche on considerazione della "scarsa" attrattiva che il Sud rappresenta per gli immigrati extracomunitari. Per loro le coste della Sicilia, della Calabria o della Puglia sono solo un passaggio obbligato: se potessero, probabilmente, lo salterebbero.
I dati dicono che la Calabria nel 2011 ha "perso" 3,5 persone ogni mille: ma la cifra non tiene conto di quanti, pur vivendo altrove, non hanno ancora formalizzato la nuova residenza. I primi risultati del Censimento nazionale dell'Istat del 2011 dicono che la popolazione calabrese si è ridotta rispetto al 2001 del 2,8%, in pratica 55mila persone. Soprattutto giovani altamente scolarizzati e donne: il totale delle persone tra i 25 e i 34 anni emigrate lo scorso anno dal meridione equivale al 57% di tutti gli emigrati. Tutto ciò, ovviamente, ha condizionato negativamente l'evoluzione demografica. Di più: gli emigranti con alti livelli di studio, in dieci anni, sono passati da essere 1 ogni 10 a 1 ogni 4 nel 2011. Il 25% degli emigrati calabresi degli ultimi 5 anni risultano laureati.
Alberto Picci