21/04/2013
Il Centro della comunità di San Prospero. In copertina quello di Cavezzo (foto Caritas)
Si è messa in moto da subito la solidarietà della Caritas italiana nei confronti delle zone dell’Emilia, della Lombardia e del Veneto toccate dal terremoto di quasi un anno fa. Già da giugno dello scorso anno, le collette sollecitate nelle parrocchie di tutta Italia hanno raccolto dieci milioni di euro. Offerte – alle quali si sono aggiunti i tre milioni stanziati dalla Conferenza episcopale italiana – destinate alla ricostruzione e alle attività di sostegno delle popolazioni. Tra le iniziative anche quelle di costruire delle strutture per le comunità. Una sorta di piccole chiese, oratori, sale di riunione che diventano centri di aggregazione per i fedeli del territorio. Dopo i tre già realizzati nei mesi scorsi - due nell’arcidiocesi di Modena-Nonantola e uno a Gallo di Poggio Renatico, nell’arcidiocesi di Bologna – oggi tocca a due Centri nell'arcidiocesi di Modena-Nonantola, a Cavezzo e a San Prospero.
Alla realizzazione hanno contribuito anche le Caritas dell’Umbria e delle Marche, regioni anch’esse colpite dal duro terremoto dell’Aquila, e che, proprio per questo, si sono sentite particolarmente vicine alle popolazioni del Nord.
I centri di Cavezzo e di San Prospero saranno inaugurati alla presenza del direttore della Caritas italiana, don Francesco Soddu, dell’arcivescovo di Modena monsignor Antonio Lanfranchi e del delegato regionale della Caritas dell’Umbria, Marcello Rinaldi, di quello della Caritas delle Marche, Mario Bettucci, e dei rispettivi parroci: don Giancarlo Dallari (Sant’Egidio abate) e don Aldo Pellacani (San Prospero vescovo).
Annachiara Valle